«Itecnici It hanno lavorato per giorni. Così siamo riusciti ad adottare lo smart working in Lombardia dove impieghiamo più di mille persone». Alessandro Zucchetti, presidente della software house che porta il suo cognome, racconta così la resilienza dell’azienda di famiglia all’emergenza Covid-19. «Siamo riusciti a non interrompere le attività, manteniamo i contatti con i clienti tramite video conferenze. Non è semplice ma ci adattiamo. Faremo il possibile per conservare la curva di crescita degli ultimi anni».
Una sfida non da poco se si pensa che, dall’headquarter di Lodi, in quarant’anni Zucchetti è cresciuta in modo esponenziale raggiungendo nel 2019 gli 850 milioni di fatturato e i 600 mila clienti. «Siamo partiti a fine anni Settanta sviluppando software gestionali per professionisti, paghe e contabilità. Poi ci siamo avvicinati al mondo delle imprese, Pmi e multinazionali, a cui abbiamo offerto soluzioni per il mondo delle risorse umane». Il salto però è avvenuto con l’internazionalizzazione, prima con l’apertura di una sede in Romania e poi con la conquista dell’Europa. «Oggi esportiamo i nostri software anche in America Latina, negli Stati Uniti e in Asia, abbiamo sei mila dipendenti. E ci siamo da poco avventurati nell’ambito retail con soluzioni per la ristorazione, per l’hospitality e per le micro imprese».
Oltre a supportare la digital transformation creando programmi per la dematerializzazione dei documenti e per la fatturazione elettronica. Per il 2020 l’ambizione sarebbe raggiungere il miliardo di fatturato complici le recenti acquisizioni, ultima quella di Amilon, prima azienda in Italia ad aver digitalizzato le gift card. «I primi mesi di quest’anno erano partiti in modo positivo. Vedremo se riusciremo a centrare l’obiettivo vista l’emergenza. La priorità è garantire la sicurezza di tutti». In azienda si continuerà quindi a lavorare per l’innovazione anche perché l’altra scommessa di Zucchetti è sviluppare software 5.0 sfruttando il machine learning, i big data e l’AI. Si va dall’ identificazione biometrica all’algoritmo per scremare i curricula. «Collaboriamo con diverse startup e abbiamo 120 posizioni aperte, cerchiamo data analyst, laureati in informatica e matematica». Talenti difficili da trovare. «Per colmare il gap di competenze abbiamo avviato un’academy interna e una serie di progetti per invogliare anche le giovani a formarsi in ambito Stem», conclude.
*L’Economia, 2 marzo 2020