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Si è parlato anche di clima e scioglimento dei ghiacci ieri nella prima giornata del festival della ricerca scientifica di TriesteNext. Ad affrontare l’argomento Peter Wadhams, geologo e glaciologo di fama mondiale, noto per il suo libro dal titolo “Firewell to ice”, ossia “Addio ai ghiacci”.
Un tema quanto mai attuale, affrontato proprio nel giorno del terzo sciopero globale per il clima, che ha coinvolto anche a Trieste centinaia di studenti. Un supporto, quello dei più giovani, quantomai necessario a detta di Wadhams in quanto «i politici di rango internazionale parlano del problema ma lo fanno quasi per allontanarne gli effetti; con i loro scioperi e cortei, invece, i giovani fanno notare loro che si continua a parlare del problema senza fare niente di concreto per risolverlo». Il movimento dei Fridays For Future, quindi, a detta del geologo britannico è un ottimo strumento per mantenere alto lo stato di allerta su questo tema.
«Senza dimenticare, però, che i cambiamenti da attuare per invertire la tendenza sarebbero talmente radicali che potrebbero sconvolgere le abitudini delle persone e ciò – sempre a detta di Wadhams – finirebbe con l’incrinare il rapporto esistente fra i politici e le popolazione mondiali». Un aspetto da non sottovalutare, quello della relazione fra ambiente, politici e popolazione, che potrebbe innescare altri e non trascurabili problemi di tipo sociale.
Quanto mai attuale l’argomento del suo intervento incentrato sullo stato dei ghiacciai, tanto da riguardare da vicino anche la stessa Italia che, proprio in questi giorni, vede quello del Monte Bianco incombere sulla cittadina di Courmayeur, in Valle d’Aosta. Un argomento che però non riguarda solamente i luoghi vicini a noi, come possono essere i ghiacciai alpini, bensì abbracci un ambito molto più ampio.
«Siamo portati a renderci conto di un problema solamente quando ci tocca da vicino – ha spiegato Wadhams – ma nel caso dei ghiacciai, il loro scioglimento è un grosso problema per esempio per tutte quelle popolazioni che vivono nell’Artico, che adesso vedono venir meno intere parti di territori nei quali sono soliti andare a caccia per sopravvivere».
Fari puntati poi sul riscaldamento climatico. «Le superfici chiare, come possono essere i ghiacci, sono le parti della Terra che maggiormente riflettono il calore che la stessa riceve dal sole – ha spiegato Wadhams -. Circa l’80% del calore assorbito viene riflettuto e riemesso nell’atmosfera e dal momento che questo calore non viene riflettuto a causa dello scioglimento delle cosiddette parti bianche, questo calore resta sulla Terra».
*Il Piccolo, 28 settembre 2019