Storico e antropologo dell’alimentazione, Piero Camporesi (1926-1997) sostenne che la modernità si fonda sull’uso generalizzato delle scatole: dal cibo agli elettrodomestici, dai pacchi postali alle merci, tutto, viaggia attraverso il mondo dentro scatole, più o meno spesse, di cartone. È in questo contesto fatto di imballi che s’inserisce Uteco, azienda veneta che produce macchinari per stampare packaging.
«Le nostre sono macchine di valore ad alto contenuto tecnologico – racconta Aldo Peretti chiamato a ricoprire il ruolo di ceo nel 2004 – in grado di adattarsi e modificarsi in base alle esigenze del cliente». Ed è proprio la customizzazione la chiave del successo di quest’azienda relativamente giovane (è nata nel 1985 dall’iniziativa di un imprenditore veronese), che la differenzia da altre centenarie e dalla concorrenza tedesca, realtà meno flessibili e che non sono state in grado di rinnovarsi allo stesso modo.
Al di là della sua funzione primaria di protezione, il packaging caratterizza l’estetica di un prodotto rendendolo riconoscibile in mezzo ad altri articoli. Oltre a conservazione ed estetica, però, c’è l’impatto ambientale. L’imballo deve essere sempre più piccolo e realizzato con plastiche ecologiche. «La tecnologia in questo settore è particolarmente importante, il nostro processo di stampa può essere definito un’ibridazione, è flessografico e a rotocalco – puntualizza Peretti – e ora stiamo affrontando anche il digitale. Investiamo molto in macchinari evoluti e nella formazione dei dipendenti». Alla sede storica veronese di Colognola ai Colli sono stati affiancati altri due stabilimenti e un quarto sarà pronto entro la fine del 2018, con un organico che supera i 300 dipendenti.
Se in Italia nascono le macchine, Uteco ha anche consolidato il mercato americano dove, dal 1991 è presente con una sua rete di vendita e assistenza e nel 2000 ha inaugurato una struttura logistica che è già arrivata al raddoppio della superficie iniziale. Lì, nella filiale di Atlanta, sono stoccati i pezzi di ricambio oltre a un’area test dei macchinari. Con una crescita costante del 5-10 %, il gruppo ha raggiunto un fatturato di 130 milioni di euro nel 2017 e conta di arrivare a superare, anche con potenziali acquisizioni, i 150-200 milioni entro il 2022. E se in un futuro, non troppo prossimo, troveremo sugli scaffali dei supermercati packaging intelligenti in grado di fornirci direttamente ogni tipo di informazione sugli alimenti, sarà anche grazie alla stampa elettronica che Uteco sta mettendo a punto, tra i vari progetti d’innovazione in programma.
*L’Economia, 4 giugno 2018