Risse e insulti. Lancio di faldoni. Urla, spintoni. Accuse di «comportamenti pilateschi e farisaici». Sedute sospese e inviti: «Colleghi, non possiamo dare questo spettacolo». Il penultimo atto della manovra economica in discussione nell’Aula di Montecitorio trasmette immagini quasi da curva di uno stadio, con le opposizioni che invocano la discussione di merito del disegno di legge (non avvenuta) e chiedono il ritorno in commissione Bilancio e la maggioranza che vota e boccia la richiesta. In mezzo il presidente della Camera Roberto Fico che ricorda come «il 31 dicembre si avvicina, e questa legge non può arrivare al presidente della Repubblica il primo gennaio».
La manovra economica diventerà legge domani. Al terzo passaggio parlamentare. Dopo tre voti di fiducia consecutivi posti dal governo. Oggi alle 18.30 ci sarà l’ultimo, annunciato ieri dal ministro per i Rapporti con il parlamento Riccardo Fracaro e seguito da fischi e «buu» dai banchi dell’opposizione. Poi l’esame dei 244 ordini del giorno presentati sul testo. E domani, dalle 9, l’ultima seduta prima del via libera definitivo di quello che è l’atto di indirizzo della politica economica del Paese per i prossimi tre anni. Una corsa contro il tempo per arrivare entro il 31 dicembre ed evitare l’esercizio provvisorio. Una corsa che ha bruciato una serie di passaggi parlamentari come la votazione degli emendamenti e che ha fatto quindi saltare le opposizioni che parlano di «vilipendio del Parlamento e della Costituzione» e di «una manovra approvata a scatola chiusa»
Ieri, alla Camera, il giorno di massima tensione con il Pd che finisce per attaccare duramente anche il presidente Fico accusandolo di «atteggiamento pilatesco e farisaico» (Enrico Borghi) e chiede un suo intervento contro il mancato voto degli emendamenti: «Qui si mortifica il Parlamento e si viola la Costituzione, chi li difende?» (Emanuele Fiano). Volano quindi faldoni con il testo della manovra (uno colpisce il sottosegretario all’Economia Massimo Garavaglia) e i commessi della Camera bloccano Fiano e Borghi diretti verso il banco del governo. Fico è costretto a sospendere i lavori. Ma anche ad ammettere: «È assolutamente sconsigliabile conferire un mandato al relatore in commissione senza la votazione degli emendamenti, questo mi è chiaro, per me non è un modo giusto di procedere», ma, aggiunge, «d’altra parte non è mio compito parlare del governo e della Ue, ma della Camera». Il ministro Fracaro spiega che l’approvazione della manovra è «in ritardo perché per la prima volta è tutta made in Italy». E se il deputato Vittorio Sgarbi (gruppo Misto) accusa i Cinque Stelle di «umiliare il Parlamento», Forza Italia lancia l’hashtag #manovracontro, perché — dice Maria Stella Gelmini — «è la manovra contro tutti, dello sbandamento e del ritorno al passato». Intanto, la Corte Costituzionale ha fissato per il 9 gennaio la camera di consiglio per esaminare l’ammissibilità del conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato sollevato dal Pd sulla manovra.