Aprile è stato il miglior mese dei loro trent’anni di attività. E adesso «verrà battuto da maggio». Dire che Nicola Michelon, amministratore delegato di Unox, ne sia stupito sarebbe esagerato: «Stiamo raccogliendo i frutti delle azioni passate». Però è vero che numeri così «ce li aspettavamo solo nel 2025». E che nemmeno lui, forse, avrebbe scommesso sulla corsa del gruppo persino nell’anno della pandemia. Al suo settore (il food service equipment: forni professionali, in questo caso) il 2020 è costato un crollo del 25%. A Cadoneghe, Padova, il fatturato l’hanno invece aumentato — da 132 a quasi 140 milioni — e ora, a metà esercizio, vedono la crescita 2021 a +20%. Nonostante i mercati, almeno all’inizio, fossero ancora bloccati.
Come si corre controcorrente? La base è scontata: il prodotto. Unox, come gli altri Champions de L’Economia-ItalyPost, è una riconosciuta eccellenza del «Made in Italy». Produzione saldamente ancorata al territorio in cui è nata, forte presenza globale. Oggi all’estero il gruppo ha 37 filiali e a fare la differenza, quando il Covid ha fermato il mondo, è il fatto che loro non hanno avuto bisogno di prendere aerei che non c’erano più: «Non c’è stata alcuna discontinuità nel servizio, e questo ci ha premiato». Soprattutto perché intanto, fabbriche chiuse o no, in azienda il «tempo sospeso» l’hanno usato per spingere sull’innovazione, che è poi quello che ha fatto di loro uno dei leader globali nell’alta gamma. È a Cadoneghe, per esempio, che è nato il Data Driven Cooking. Immaginate un forno che si controlla da remoto e ti dà l’analisi delle performance. Non pensate sia un lusso da chef stellati: il prossimo passo sarà «portare nelle case le “funzioni” per professionisti». Non dovrebbe essere troppo difficile, visto il boom generalizzato (e amplificato dai lockdown) dei cuochi in Tv.
Dietro tutto questo ci sono investimenti costanti. Anche nell’organizzazione. Qui «lean production» è un concetto introdotto parecchi anni fa, e agli scettici che la considerano ancora «solo costosa filosofia» rispondono con i numeri. Unox è una tra le Champions a più alta redditività: 32% di margine industriale, 20% di utile netto persino nel «bilancio Covid» (che ha anzi migliorato la precedente media triennale). Sono risultati resi possibili anche dall’abbattimento dei costi, a sua volta focalizzato sugli sprechi (di tempo, spazio, lavoro), a loro volta individuati dalla lean. Obiettivo dichiarato, adesso: «Raddoppio del volume d’affari entro il 2025». A questi ritmi, in realtà, Michelon potrebbe arrivarci con ampio anticipo.