Sul finire degli anni Settanta la lotta democratica in difesa di una fabbrica chiamata CotoRossi si accende ovunque: per strada, nelle chiese, perfino nella sede della Banca Nazionale del Lavoro, e dentro il glorioso stadio Menti dove gioca il formidabile Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi. Questa è la Vicenza che nessuno si aspetta, qui raccontata con esemplare passione e rigore. Il libro “CotoRossi. Una storia collettiva. Lo stadio, le chiese, la piazza, il tribunale.” di Oscar Mancini ci restituisce il sapore di un’epoca, ricorrendo non solo a ricordi personali, ma soprattutto ai documenti. Un racconto che si dipana in un arco di tempo di quasi mezzo secolo intrecciando le lotte alla Marzotto, alla Lanerossi, alla Sanremo, alla Benetton e a Porto Marghera; vicende che incrociano la politica nazionale: da Andreotti a Berlusconi, da Rumor a Prodi, da Moro a Berlinguer. Una Memoria preziosa e irrinunciabile per una comunità di cui l’industria tessile era parte fondante. Alla fine di un’irripetibile stagione di lotte, il CotoRossi chiuse i battenti per lasciare posto al nuovo e contestato tribunale cittadino, ma senza sconfiggere la Vicenza di altre battaglie di cui si parla in questo libro: a cominciare da quella, nota in tutto il mondo, del movimento pacifista No Dal Molin.