In una fase storica in cui ci troviamo a fare i conti con i lasciti di una crisi sanitaria e umana le cui proporzioni sono state definite «quasi bibliche», Speranza e capitale offre un modello generale, fondato su basi macro-economiche ma radicato in osservazioni micro- fondate, per affrontare, con gli strumenti della finanza e dell’economia comportamentale ma anche con un approccio di natura più filosofica, l’agenda di cambiamento e innovazione che, sola, potrà condurre il nostro Paese verso un futuro più prospero. Alla facile ricetta del «più Stato, più debito pubblico e più moneta», Scardovi ne contrappone un’altra, più imprenditoriale e privatistica, basata sulla formula «più mercato, più equity e più valore sostenibile ». La chiave di volta, sostiene l’Autore, può essere rappresentata dall’opportunità di offrire un private equity aperto a tutti, che permetta anche ai cittadini-azionisti di divenire investitori diretti nell’economia reale del Paese – a partire dalle piccole e medie imprese e dalle città –, riallineando il loro interesse economico con il senso civico e l’amore per la Patria. Nel suo modello di «capitalismo per tutte» (dove la declinazione al femminile sottolinea l’importanza della dimensione inclusiva), Speranza e capitale presenta un percorso inedito, nel quale la speranza è la ragion d’essere dell’investimento del capitale e non viceversa, nel giusto perseguimento del profitto privato ma in piena coerenza con i più ampi obiettivi di sostenibilità della comunità di riferimento. E con la ferma intenzione di superare una volta per tutte il vecchio trade-off tra shareholder e stakeholder e quello, ancor più anacronistico, tra interesse pubblico e interesse privato.