Il sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri è seduto su una panchina nel parco dell’Isa, azienda di Bastia Umbra che esporta in tutto il mondo vetrine refrigerate. Il leader siciliano dei 5 Stelle, mentre aspetta che arrivi Luigi Di Maio, studia una planimetria della strada Terni-Rieti, bloccata dal 2017. Oggi annuncerà agli umbri la notizia che i lavori finalmente ripartiranno, ma chissà se servirà a recuperare il distacco del loro candidato civico Vincenzo Bianconi, sostenuto anche dal Pd. Circolano sondaggi pessimi: perfino dieci punti di differenza dalla candidata del centrodestra, la leghista Donatella Tesei, senatrice ed ex sindaco di Montefalco. Nonostante non abbia lasciato un buon ricordo nei bilanci del suo comune, il vantaggio sembra incolmabile. Al punto che l’Umbria potrebbe trasformarsi nella tomba dell’alleanza giallo-rossa, quantomeno alle regionali. I grillini sperano che alla fine la distanza si fermi al 4%, che in questo rush finale si possa salvare il salvabile.
E infatti sono venuti in massa, dal premier Giuseppe Conte (oggi di nuovo a Perugia) al ministro dell’economia Roberto Gualtieri, il quale ieri ha tirato fuori il politico che è in lui ma sbilanciandosi un po’ troppo: «Il clima sta cambiando a nostro favore, invece dall’altra parte vedo una manifestazione (quella del centrodestra a San Giovanni) che si riduce a qualche slogan ma proposte per il Paese zero». È venuto il segretario del Pd Nicola Zingaretti, desaparecido Matteo Renzi che in questa sconfitta non vuole mettere la faccia, però ieri c’era Teresa Bellanova, la sua massima rappresentante al governo, ma non per fare campagna elettorale. È venuta a parlare di agricoltura, la materia del dicastero.
Cancelleri ammette che l’alleanza con il partito di Zingaretti è «sperimentale». Non è affatto scontato che si replicherà altrove. «Impossibile replicare in Emilia-Romagna perché loro insistono sulla candidatura di Bonaccini». In alto mare l’accordo in Calabria e nelle Marche: non si è ancora nemmeno aperta la discussione. In Puglia il governatore Michele Emiliano ha già presentato pubblicamente la sua ricandidatura senza nemmeno consultare i potenziali alleati grillini, che non lo sopportano nonostante lui abbia fatto diversi tentativi di apertura e sia stato tra i primi a caldeggiare l’alleanza con M5S anche per il governo. In Campania c’è il macigno dell’altro governatore, Vincenzo De Luca, un altro mastino, l’arcinemico di Di Maio, che vuole ricandidarsi. Insomma è un rebus e i 5Stelle in più qui in Umbria rischiano di scivolare sotto il 10% dal 14% delle Europee, quando la Lega fece il botto con il 38%. Ora il Carroccio potrebbe fare cifra tonda, il 40%.
Di Maio spera negli indecisi che sono circa un terzo dei votanti e attacca Salvini. Ricorda che la Tesei è scappata da Montefalco per il dissesto finanziario che ha lasciato. E anche capo leghista è «scappato dalle sue promesse»: «Ha fatto cadere il governo perché aveva scoperto che i soldi per la flat tax non c’erano. Poi è arrivato in Umbria e continua a riempirsi la bocca di promesse sapendo che anche questa volta lui e il centrodestra scapperanno dalle loro promesse. Il voto degli umbri non può essere usato come trofeo elettorale nazionale». «Luigi mi fa pena. Lui e Zingaretti in giro per l’Umbria mi sembrano dei piccoli puffi», replica sprezzante Salvini, che ieri ha fatto una diretta Facebook davanti all’ulivo centenario di Bovaro. «Di Maio va in giro a visitare aziende perché le sue piazze sono vuote. E’ lui quello che scappa: da ministro dello Sviluppo economico ha lasciato aperte 150 crisi aziendali e poi ha mollato tutto per fare ministro Esteri». E domenica si vota