Il candidato cambia, ma l’accordo Pd-M5s tiene, e gli alleati di governo riescono a chiudere l’intesa in Umbria, in vista del voto del 27 ottobre. A guidare la coalizione “giallo-rossa” sarà Vincenzo Bianconi, imprenditore del turismo di Norcia, presidente di Federalberghi Umbria, a lui il la missione di fermare il centrodestra a guida Salvini in una regione una volta “rossa”. Un profilo esterno ai partiti, come aveva chiesto Luigi Di Maio proponendo il «patto civico» al Pd, ma come del resto gli stessi dem volevano, dal momento che in prima battuta avevano puntato su Andrea Fora, ex presidente di Confcooperative.
Bianconi ha dato l’ok dopo il passo indietro di Francesca Di Maolo, avvocato, presidente dell’istituto Serafico che assiste ragazzi disabili. Era già stato contattato da giorni, perché la Di Maolo aveva fatto capire che non se la sentiva di abbandonare il suo ruolo. «La mia vita scorre al Serafico – ha spiegato – a stretto contatto con bambini e ragazzi con disabilità grave. Difficile interrompere una corsa appassionata quando potrebbero derivarne conseguenze per le persone che ami».
Con la regia del commissario Pd umbro Walter Verini e di Andrea Liberati, M5s, l’imprenditore ha definito i dettagli della sua candidatura, parlando anche direttamente con i vertici democratici e 5 stelle. «Ho parlato con Di Maio, Zingaretti, Franceschini e molti altri», spiega Bianconi al telefono. «Ma il lavoro sul territorio l’ho fatto con Verini e Liberati e sono rimasto colpito nel sentir dire a entrambi: “Ti chiediamo di costruire una squadra di governo che sia la tua squadra”. Ecco, questo è lo scenario migliore, era quello che avrei chiesto». Non ha mai fatto politica attiva prima, precisa, anche se ammette di avere votato anche il centrodestra: «È una mezza verità, ho votato sempre partiti diversi, più che altro sempre persone diverse, quelle che ritenevo essere la scelta migliore per il Paese».
La prima grana da risolvere sarà siglare un’intesa anche con Andrea Fora, il candidato su cui inizialmente aveva puntato il Pd e che ieri, prima della candidatura di Bianconi e dopo il passo indietro della Di Maolo, ha pubblicato un post polemico su Facebook: «Anche Di Maolo rifiuta la candidatura. «A questo punto è chiaro che c’è qualcosa che non va e che deve essere risolta al più presto. Mi prendo qualche ora per riflettere». Bianconi ha già parlato con Fora e nelle prossime ore lo incontrerà: «Andrea ha fatto un grande lavoro e vorrei che insieme potessimo trovare convergenze e costruire anche un progetto unitario. Sono certo che riusciremo a incontrarci e a far bene».
Verini è ottimista: «La candidatura di Vincenzo Bianconi è in grado di ridare all’Umbria speranza di nuove pagine di cambiamento. Sono convinto che il patrimonio di idee, programmi e risorse umane messo in campo da Andrea Fora possa essere protagonista fondamentale di questa alleanza per l’Umbria». Nicola Zingaretti parla di «una candidatura fortissima, civica, che viene dal mondo produttivo di una regione operosa e produttiva». Luigi Di Maio, poi, definisce Bianconi «una persona super competente, che non si arrende mai. Noi ci siamo e lo sosterremo con lealtà in campagna elettorale e poi in Giunta».
Franceschini si spinge oltre, per lui l’alleanza con i 5 stelle va resa strutturale, l’intesa in Umbria «è un altro passo verso la creazione di un campo riformista in grado di battere la destra e cambiare l’Italia». Proprio quello che non bisogna fare secondo Matteo Renzi. Anche Anna Ascani, renziana rimasta nel Pd, la scelta di Bianconi è «giusta e coerente», ma bisogna evitare «automatismi» nelle alleanze con i 5 stelle.