C’è grande euforia nel settore turistico per il recupero che l’Italia ha saputo effettuare dal 2010 in poi. Recupero favorito dal miglioramento della competitività di prezzo e dalle tensioni geopolitiche in diversi Paesi concorrenti. La spesa degli stranieri in Italia è risalita alla media del 4,3% l’anno e il saldo della bilancia dei pagamenti alla voce «viaggi» è tornato a crescere. Ma è tutto oro quello che luccica in un settore che vale da solo oltre il 5% del Pil e oltre il 6% dell’occupazione? La Banca d’Italia ha ultimato un’ampia ricerca dal titolo «Turismo in Italia, numeri e potenzialità di sviluppo» che sarà presentata domani a Roma e contiene un giudizio meno entusiastico. Vi sono ampie aree del Paese che non sembrano sfruttare a pieno le proprie chance, quelle legate soprattutto alla ricchezza/diffusione del patrimonio artistico e culturale.
Cresce del 9% l’anno la spesa dei viaggiatori internazionali per vacanze culturali, sono calati i viaggi d’affari (dal 22 al 14% del totale) ma la domanda potenziale non è ancora coperta a causa di lacune storiche: poca attenzione alla pianificazione strategica, incapacità di promuovere l’immagine del Paese e bassi investimenti pubblici. Oltre al giudizio di fondo sulle tendenze di mercato lo studio di Bankitalia, curato da Andrea Petrella e Roberto Torrini, segnala i flussi non uniformi di crescita. Le regioni del Nordest e del Centro ne intercettano la gran parte, il Nord-ovest ha rafforzato le proprie posizioni grazie all’effetto di lungo periodo dei grandi eventi ma nel Mezzogiorno «lo scollamento tra flussi di stranieri e potenziale turistico è evidente». Sebbene rappresenti il 78% delle coste, ospiti tre quarti dei parchi nazionali, un quarto dei musei e più della metà dei siti archeologici la spesa degli stranieri nel Sud — per quanto migliori — è pari solo al 15% del totale. Abbiamo dunque il paradosso di avere aree sottoposte al preoccupante fenomeno del sovraturismo — Venezia, Firenze in primis — con problemi di salvaguardia del patrimonio artistico e altre, invece, in cui le attività restano sottodimensionate.
Lo studio di Bankitalia insiste sulla necessità di politiche innovative e fa l’esempio(positivo)della riforma organizzativa dei musei statali con l’autonomia speciale e la revisione della governance. Grazie a un’indagine condotta su 40 musei si è visto come l’offerta di servizi di quelli autonomi si è ampliata maggiormente che nei restanti musei statali. Al centro è stata messa la soddisfazione del visitatore sia in termini di accessibilità sia di miglioramento dell’esperienza di visita e questo ha fatto la differenza. La ricerca misura anche l’impatto economico di Airbnb: aumentando la concorrenza con l’offerta di alloggi privati ha contribuito ad accelerare l’effetto di «ricomposizione qualitativa» dell’offerta alberghiera verso strutture più qualificate. «L’impatto su fatturato e redditività del imprese con 3 stelle è stato limitato ma positivo, riflettendo soprattutto una maggiore intensità del processo di selezione, che ha consentito solo alle imprese migliori di sopravvivere». Airbnb determina anche un aumento dei prezzi medi delle abitazioni utilizzate e questo fenomeno è più significativo per i prezzi delle case situate in periferia.
Infine i giudizi sulle politiche per il turismo. Affinché il Paese possa trarre pieno beneficio della forte espansione dei flussi attesa nei prossimi anni sono auspicabili politiche del turismo consapevoli. «Siamo un Paese ben posizionato ma non al vertice» e i ritardi riguardano anche la dotazione di capitale umano impiegato nel settore e la carenza delle infrastrutture di trasporto per promuovere le aree in ritardo (un caso su tutti l’aeroporto di Comiso). Bankitalia biasima la mancanza di un assetto definito del rapporto tra Stato e Regioni come parti di una stessa politica pubblica. La redazione del Piano strategico 2017-2022 è stata però una svolta ed è attesa alla sfida dell’attuazione. In ultimo la ridefinizione delle competenze, decisa dal governo Conte, con l’accorpamento di turismo e politiche agricole genera un nuovo tourbillon, si spera che non metta a repentaglio la continuità delle scelte operate negli anni addietro.