Lo yogurt di Trentinalatte viene acquisito da una grossa cooperativa sarda, Latte Arborea, che ha raggiunto un’intesa con il precedente proprietario, il gruppo tedesco Livia, per il 100% della società. La volontà è di «valorizzare» le attuali risorse umane, 119 unità, che da anni soffrono e il cui contratto di solidarietà triennale era in scadenza a settembre. Cauti i sindacati, che domani incontreranno il direttore Francesco Casula.
Nei mesi scorsi gli stessi sindacati ritenevano che fosse Latte Trento il soggetto in grado di acquisire l’impianto di Roverè della Luna. Tanto che a dicembre fu annunciata un’alleanza fra le due realtà: il polo diretto da Sergio Paoli è tornato ad affidarsi a Trentinalatte come terzista per il suo yogurt, conferendo 2,8 milioni di litri di latte all’anno. Un accordo benedetto dall’assessore provinciale Michele Dallapiccola, forse sperando che fosse la base per una possibile aggregazione «territoriale».
Evidentemente però non c’erano le condizioni. Così a fine anno Latte Arborea ha cominciato a studiare il dossier Trentinalatte e ieri è arrivato l’annuncio dell’acquisizione, che riporta in mani italiane l’azienda, dopo l’esperienza con Livia e prima con la multinazionale svizzera Emmi.
Latte Arborea è una cooperativa che ha sede in provincia di Oristano, con due siti produttivi, ad Arborea e San Gavino Monreale. Nel 2017 ha fatturato 166 milioni di euro (il consorzio Latte Trento nel 2016 era a quota 43,5 milioni), ha 228 aziende associate e 330 dipendenti. Raccoglie il 90% del latte di vacca prodotto in Sardegna, pari a 206 milioni di litri all’anno. Le vendite sono diffuse su tutta la Penisola, sia a proprio marchio che a terzi, come Coop Italia. La suddivisione dei canali è: 55% supermercati, 4% vendita normale, 10% Horeca, 8% discount, 3% ingrosso e 20% industria. Oltre al vaccino vengono lavorati 6 milioni di litri di latte caprino e 1,75 di ovino.
Trentinalatte «passa sotto il controllo di una coop tra i primi produttori di latte alimentare a livello nazionale». Arborea in questo modo potenzia il suo ramo yogurt. Ragionando a livello regionale, con i cugini altoatesini molto «avanti», Casula dice che «il trentino è la culla dello yogurt italiano, una regione dove risiedono tutte le eccellenze di questo settore, spesso cooperative come la nostra. L’obiettivo nel lungo periodo è potenziare il marchio “Trentina” su tutto il territorio nazionale enfatizzando le sue caratteristiche di yogurt trentino ad alta qualità; per questa ragione intendiamo valorizzare gli accordi con le coop locali per la fornitura delle materie prime e mantenere i livelli occupazionali con l’augurio di accrescere in futuro le opportunità lavorative». Con Latte Trento vengono confermati gli accordi commerciali. E dato che di coop si tratta, Casula, con Arborea che è socio di Legacoop Sardegna, pensa di stringere legami anche a livello trentino. Maurizio Gardini (Alleanza coop italiane) si rallegra per il «ritorno in mani italiane». Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil prendono atto: «Da anni si lavorava alla vendita della società, auspichiamo che da questo passaggio arrivino le indispensabili scelte di investimento e rilancio dell’azienda. La nostra attenzione è tutta sui livelli occupazionali. La precedente proprietà Livia group non ha investito». Casula rassicura: «Abbiamo sempre avuti ottimi rapporti con i lavoratori».