Il traffico spacca l’Euregio ma mette d’accordo Italia, Germania e Austria.Il secondo vertice del Brennero stava per trasformarsi in un gigantesco flop ma la determinazione del coordinatore Ue Pat Cox ha trasformato una disfatta in un mezzo successo. Il Tirolo infatti non ha firmato il documento finale — «sarebbe stato un tradimento» ha detto il governatore Günther Platter — ma ha firmato l’Austria con il ministro Norbert Hofer. E hanno firmato anche la Germania, la Baviera, il Veneto, il Trentino e l’Alto Adige.
Che il meeting non sarebbe stata una passeggiata lo si era capito subito.Prima il forfait del ministro dei trasporti tedesco Andreas Scheuer che ha disertato il vertice in polemica con l’Austria. Lunedì ha annullato la partecipazione anche il ministro italiano Danilo Toninelli, trattenuto a Roma dal consiglio dei ministri. Alla fine il vertice si è tenuto lo stesso ma il clima non era dei migliori. La conferenza stampa è stata rinviata per tentare di convincere il Tirolo a firmare. Uno sforzo vano.
Il memorandum of understanding è un documento tanto altisonante quanto vago. Almeno per quanto riguarda il traffico. Gli unici impegni concreti riguardano la realizzazione delle tratte d’accesso al tunnel di base del Brennero che Italia, Austria e Germania si sono impegnate a completare entro il 2027, data in cui dovrebbe entrare in esercizio la galleria di base. I tre Paesi si impegnano anche ad utilizzare il sistema del finanziamento incrociato per reperire le risorse per la galleria. Il resto sono una serie di buoni propositi come monitorare il traffico e a trasferire le merci sulla rotaia.
Troppo poco per il Tirolo. Il governatore Günther Platter infatti ha abbandonato il vertice dopo aver chiesto che nel memorandum fosse inserito un passaggio che legittimasse il contingentamento dei tir. «Firmare sarebbe stato un tradimento dei tirolesi» ha detto Platter uscendo dalla sala del meeting. «Non firmerò altri memorandum che non prevedono misure concrete per ridurre l’impatto del traffico merci» ha aggiunto Platter. Il Tirolo aveva chiesto che nel documento finale venisse inserito un passaggio che legittimasse i blocchi e che sull’asse del Brennero venisse introdotto un limite massimo per i camion. Su questo punto però Italia e Germania sono state inamovibili. E anche l’assessora veneta Elisa Di Berti e la ministra ai trasporti bavarese Ilse Aigner hanno fatto muro. Alla fine solo l’Hofer e Kompatscher hanno sostenuto la posizione del Tirolo. Rossi invece non se l’è sentita: «Se loro non firmano il documento principale io non firmo l’allegato. Comunque è un passo importante per le tratte di accesso». Oggi Pat Cox sarà a Innsbruck e proverà a ricucire con Platter. «Vogliamo provare a coinvolgere il Tirolo» specifica il coordinatore europeo
Per l’Euregio è un mezzo disastro, anche se Kompatscher cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno. «Questo accordo è una pietra miliare verso uno spostamento sempre più massiccio del traffico su rotaia» sottolinea il presidente altoatesino ribadendo anche la necessità di aumentare i pedaggi sui mezzi pesanti di almeno il 30% e di introdurre il divieto di circolazione per i tir sulle strade secondarie.
Pur non riuscendo ad essere a Bolzano, il ministro Toninelli ha seguito i lavori a distanza attraverso il direttore generale del ministero Enrico Puija. Il primo dato è che la Tav del Brennero piace al ministro grillino. «Gli impegni finanziari sul corridoio del Brennero rappresentano una sfida fondamentale per connettere meglio le varie aree d’Europa. E daranno benefici enormi alla nostra economia, considerando che circa il 70% dell’import-export italiano passa per l’arco alpino» ha detto Toninelli che autorizzato la firma dell’accordo. Subito dopo il ministro ha ribadito che i blocchi unilaterali austriaci danneggiano sia l’ambiente sul versante italiano sia i fatturati delle imprese nostrane e sono inaccettabili» ha detto Toninelli. Una posizione analoga a quella del sottosegretario tedesco Steffen Bilger che sottolineato come «anche la Baviera soffre per i blocchi austriaci». Ed è proprio per questo che la Germania si è rivolta alla Corte Ue.