È il settore manifatturiero per eccellenza, il tessile, quello che ha innescato e permesso ogni rivoluzione ed evoluzione industriale a partire dal 700. Lo sappiamo in Europa e in tutto l’Occidente, ormai sbilanciato verso il terziario, ma lo sanno molto bene anche i Paesi in via di sviluppo oggi e quelli di ieri, come la Cina, che negli ultimi 15 anni ha basato la sua crescita in modo importante sul tessile. Definirlo un settore maturo però sarebbe sbagliato, perché è antico ma continua a evolversi, in particolare, nei Paesi dove ha più storia, come l’Italia, seguendo – meglio, inventando – due nuove strade: verso la sostenibilità e la digitalizzazione.
Con queste premesse, si è aperta nel segno di un cauto ottimismo la 29esima edizione di Milano Unica, la più importante fiera europea del tessile di alta gamma, insieme alla francese Première Vision, l’eterna rivale con la quale però da qualche anno sembrano deposte le armi: le guerre di date o altre accuse reciproche non servono a nessuno, perché il tessile è un settore globalizzato e le eccellenze europee possono continuare a avere la leadership mondiale se vivono di sana competizione, non di guerre all’arma bianca. L’apertura della fiera è stata l’occasione per presentare i dati definitivi dello scorso anno: 465 gli espositori, in linea con l’edizione del luglio 2018, con le collezioni dell’autunno-inverno 20-21.
Bilancia commerciale positiva
Sulla base dei dati elaborati dal Centro studi di Confindustria moda, la tessitura made in Italy, che comprende i comparti laniero, cotoniero, liniero, serico e a maglia, ha archiviato il 2018 con un fatturato complessivo di 7,95 miliardi, in crescita dello 0,8% sul 2017, e ribaltando le stime di inizio anno, che avevano previsto un calo dello 0,3 per cento.
Ancora in miglioramento la bilancia commerciale del tessile: a fronte di un export arrivato a 4,31 miliardi, l’attivo è migliorato di 105 milioni, oltrepassando i 2,4 miliardi. Il surplus della tessitura concorre al 24,8% del saldo commerciale della tessile-moda nel suo complesso (circa 9,8 miliardi), pur pesando, sul fatturato complessivo dell’intera filiera per oltre dieci punti in meno (14,5%).
I dati del primo trimestre
Il 2019 però non è iniziato bene: nel periodo gennaio-marzo, in linea con l’andamento dell’ultimo trimestre del 2018, è calato il fatturato (-3,5%) e l’export (-2,3%), come risulta dai dati Istat sulla produzione industriale. Le medie però nascondono differenze tra mercati di sbocco e comparti merceologici. L’export verso gli Stati Uniti è salito del 15,5%, quello verso la Cina del 3,2%, mentre la Germania ha perso il 18%, pur confermandosi, insieme a Cina e Hong Kong, il principale mercato.
Quanto ai comparti, sempre nel primo trimestre, l’export di tessuti lanieri ha invertito il trend del 2018, cedendo il 2,4%; sono calati anche i tessuti in cotone (-4,2%) e in maglia (-2,6%). Sono cresciute, anche se di poco, le vendite estere di tessuti in pura seta (+0,8%), mentre spetta ai tessuti in lino il record di aumento di export (+9,5%).
Novità e conferme della fiera
Di trasformazione digitale e sostenibilità, presentando le novità dell’edizione numero 29 di Milano Unica, hanno parlato il presidente della fiera Ercole Botto Poala,Marino Vago, presidente Sistema moda Italia; Alberto Paccanelli, da poche settimane presidente di Euratex e Carlo Capasa, presidente della Camera della moda, che rappresenta la parte a valle della filiera, i marchi e le aziende che, in larga parte, sfilano o presentato durante le settimane della moda e che basano il loro successo anche sulla qualità dei tessuti e sulla filiera a monte. Presenti inoltre Nazzareno Mengoni, direttore generale Ice e, a confermare l’importanza del digitale, Edoardo Zegna, head of content and innovation del gruppo Ermenegildo Zegna.
L’impegno delle aziende
Ercole Botto Poala ha sottolineato il successo della piattaforma e-milanounica, marketplace realizzato in collaborazione con Pitti Immagine di Firenze, sempre in una logica di sistema, al quale in febbraio avevano aderito 60 aziende: «A sei mesi di distanza sono diventate 153 e ognuna presenta fino a 20 prodotti dell’ultima collezione». Quanto alla sostenibilità, Milano Unica sta facendo scuola, con le adesioni al progetto sostenibilità, lanciato nel 2017 e arrivato alla quarta edizione. Già a luglio 2018 vi parteciparono 123 aziende, esponendo 750 campioni di prodotti a vario titolo sostenibili. « In questa edizione le aziende sono salite del 22% a oltre 150 e i campioni sono 1004, il 40% in più», ha aggiunto Botto Poala. Sono state inoltre introdotte due nuove categorie: Fancy Green(prodotti creativi e innovativi) ed Ever Green, per quelli che esprimono continuità nel tempo e l’importante legame col passato.