Le elezioni europee e soprattutto la manovra 2020, con la «cambiale» Iva da 23 miliardi sullo sfondo, continuano ad agitare il governo. Matteo Salvini insiste a dire che lo sfondamento del 3% del deficit pubblico non è un tabù, e anche se il premier, il ministro dell’Economia, e il leader del M5S cercano di minimizzare, il differenziale di interesse tra titoli pubblici italiani e tedeschi torna a salire. Ieri lo spread ha toccato i 290 punti base, poi ha chiuso a 284, ai massimi da 5 mesi. Spread che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella monitora, così come le parole usate dagli esponenti del governo e della maggioranza su conti pubblici e rapporto con l’Europa.
Giuseppe Conte tranquillizza pubblicamente i mercati. «C’è evidentemente qualche segnale di agitazione che ricollego alla campagna elettorale: tutti i partiti stanno rimarcando il loro spazio politico per raggiungere dei successi ma confido che tutto verrà ricondotto nei binari il giorno dopo le elezioni», ha detto il premier a Frascati.
«Ai mercati, agli investitori e alle istituzioni finanziarie dico che non c’è nulla di cui preoccuparsi, e che il governo terrà i conti in ordine» ha aggiunto Conte, ricordando che «evitare il rincaro dell’Iva non sarà facile», per aggiungere poco più tardi — non appena Salvini aveva chiarito che «l’Iva non aumenterà neanche di un centesimo» — di «non aver mai messo in discussione il fatto che eviteremo gli aumenti». Sullo spread anche il responsabile dei conti pubblici, Giovanni Tria, è intervenuto per sottolineare che «il nervosismo dei mercati è ingiustificato, ma comprensibile alla vigilia di queste importanti elezioni. Gli obiettivi di finanza pubblica sono quelli proposti dal governo e approvati dal Parlamento. Il governo è al lavoro perché questi obiettivi siano raggiunti nel quadro di una politica di sostegno a crescita e occupazione».
Lo stesso Luigi Di Maio ha provato a minimizzare. «Ci sono fibrillazioni per lo spread e per le dichiarazioni di Salvini, ma io voglio far aumentare il salario degli italiani, non lo spread e mi aspetto una risposta dalla Lega. Credo che dobbiamo andare avanti ed essere collaborativi», ha detto il leader del M5S.
Da Salvini, tuttavia, nessuna desistenza. «L’Iva non aumenta e non sono preoccupato per lo spread. Se per ridare lavoro agli italiani bisogna ridiscutere dei vincoli europei che non funzionano, è mio dovere farlo», escludendo di temere contraccolpi sui conti pubblici per lo spread. «Il diritto alla vita, al lavoro e alla salute vengono prima di tutto e alcune regole europee vanno riviste. Con tutto il rispetto per lo spread viene prima il lavoro», ha detto, mentre Giancarlo Giorgetti additava le manovre dei mercati. «Spero che le vicende politiche italiane non siano condizionate dallo spread, che finisca la campagna elettorale e che le cose diventino più chiare per tutti».
Preoccupate le reazioni dell’opposizione e del mondo del lavoro. «La politica faccia attenzione, perché a volte solo con il linguaggio aumenta lo spread ed è inaccettabile» ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sollecitando un «piano a medio termine per la riduzione del debito». «Una battuta brucia miliardi, ci vuole più serietà» ha detto il segretario della Cisl, Annamaria Furlan. «È una fase che ci si poteva aspettare con l’avvicinarsi delle Europee» ha detto Carlo Messina, amministratore delegato di Intesa San Paolo, chiedendo però attenzione alla crescita e al debito pubblico.