Un’azienda olivettiana — e non solo per una ragione di contiguità geografica — che in trent’anni ha saputo cambiar pelle almeno per tre volte. Siamo a Ivrea, dove nel 1988 un team di ex manager della grande fabbrica delle Lettera 22 e delle P101 si è messo in testa di produrre macchine per l’automazione industriale. Che poi sono diventate, in parte nel 1983 e definitiva- mente dal 1988, macchine per la stampa digitale.
«Lavoriamo a monte e a valle delle stampanti digitali — spiega l’amministratore delegato di Tecnau, l’ingegner Giuliano De Marco —. Impianti complessi, del valore anche di 5 milioni di euro. Noi ci occupiamo della predisposizione della carta alla bollettazione piuttosto che, per esempio, all’assemblaggio di libretti per gli assegni o, ancora, dei ticket restaurant. I nostri clienti so- no i grandi service internazionali e i distributori on demand. Per darle un’idea, fra i nostri prodotti di punta più innovativi c’è una macchina completamente automatizzata in grado di permettere la produzione di libri su misura».
Una rivoluzione copernicana, il digitale nel mondo della stampa e dell’editoria, che è stato un trampolino di lancio per Tecnau, la quale dal 2001 al 2017 è riuscita a moltiplicare per otto il proprio fatturato, passando da 6,6 a 50,8 milioni per un Cagr del 40,37% e un Ebitda che nel 2017 si è attestato all’11,3%. «Una crescita — pro- segue il manager — inseguita sia per linee esterne che interne. Anzitutto con l’acquisizione di un’azienda svedese che aveva pro- dotti a noi complementari e che poteva già contare su un’estesa rete di clienti negli Usa, ma poi anche grazie a una serie di grossi investimenti (il 15% del fatturato finisce in R&D, ndr) nelle logiche organizzative che oggi chiamiamo Industria 4.0 ma che noi sviluppiamo da anni ormai». E quindi macchine completamente connesse in grado di essere
monitorate da remoto e di svolgere una manutenzione predittiva. «Lavoriamo in linea e non possiamo permetterci di provocare un fermo macchina. Presto — pro- segue De Marco — presenteremo anche una macchina intelligente in grado di cambiare i propri parametri e ripararsi da sola».
*L’Economia, 18 febbraio 2019