1- “Me non più”, di Massimiliano Costa, Italic Editore.
Costa a distanza di vent’anni dà alla luce un romanzo che riprende alcune logiche viste in “Volevo solo dormirle addosso” di Massimo Lolli. La storia anche in questo caso si svolge all’interno di una grande multinazionale, tra meeting, con orari improbabili, e presentazioni power point, utili solo a mettere in mostra il proprio sapere. Tutto si muove dentro ad una 24 ore che produrrà solo sfinimento e qualche decisione importante per la vita del protagonista.
2- “Il dipendente” di Giuseppe Passeri, Mille Battute Edizioni.
Pino Petrucci lavora per una importante società milanese, ma con la testa è già la pensione. Diventa, durante gli anni, un grande esperto di strategie di sopravvivenza in attesa dell’effettivo pensionamento. Peccato che l’agognato riposo lavorativo si dissolve per colpa di una legge modello Fornero. Nel frattempo si trova a dover giustificare ai suoi superiori di alcuni suoi articoli, scritti sotto pseudonimo, e pubblicati sulla Intranet aziendale, pensando che non avrebbe più avuto a che fare con la sua tortura lavorativa.
3- “Nella realtà sarà tutto diverso” di Dario Savoriti, Il seme Bianco.
Un romanzo tragicommedia che ha come palcoscenico un centro commerciale dove i protagonisti sono i dipendenti. Tra due, in particolare, nasce un amore che, via via, diventa una fuga dalla realtà.
4- “In verità” di Dario Buzzolan, Mondadori.
Ambientato nel nordest, pur essendo l’autore di origine torinese, ha come protagonista la famiglia Trovato con la sua azienda che produce orologi. Tutto sembra filare liscio ma le difficoltà aziendali mettono in crisi i rapporti familiari. In questo quadro si inserisce una multinazionale, LiebenKraft Company, che cerca di fare un sol boccone dell’azienda. Lo scopo, però, non è quello nobile di salvarla ma di rubare il know how della “Manifattura Stella”.
5- “Fronte di scavo” di Sara Loffredi, Einaudi Editore.
Un romanzo che ricostruisce una delle più grandi opera fatte nel nostro Paese: il traforo del Monte Bianco. I protagonisti, Ettore, l’ingegnere e gli altri centinai di operai devono procedere spediti, e soprattutto dritti, altrimenti la galleria italiana e quella francese non s’incontreranno. La storia ruota tutto all’interno di questa costruzione ma indaga, in profondità, nei rapporti personali dei suoi protagonisti: insieme a Ettore, ci sono Hervé, capocantiere di poche parole, e Nina, indomita, che lavora alla mensa ed è sola con un figlio piccolo.
6- “Risorse Inumane” di Denis Murano Anteprima Edizione.
E’ il racconto di un direttore del personale in versione off records. Scritto sotto lo pseudonimo di Denis Murano si svolge all’interno di un’azienda in cui il protagonista si muove con grande naturalezza e, al contempo, spregiudicatezza svelando pensieri, a volte, inconfessabili. Libro arguto, tagliente che fa riflettere sui meccanismi che portano alcuni manager dalle nobili intenzioni (“lavorare per e con le persone”) a diventare cinici e disincantati.
7- “La classe avversa” di Alberto Albertini, Hacca Edizioni.
Segna una metaforica conclusione di un ciclo di letteratura industriale. Ottiero Ottieri nel 1957 scrive “Tempi stretti”, romanzo che unisce una storia di affetti tra Emma e Giovanni e di vita in fabbrica. “La classe avversa” riprende questo doppio piano – affetti e lavoro – e, in un gioco di richiami con ”Tempi stretti”, propone, a più di sessant’anni di distanza, una lettura del contesto familiare e professionale dell’Italia di oggi. Un romanzo interessante per capire cosa non funziona nei passaggi generazionali.
8- “La fine del tempo” di Guido Maria Brera, La Nave di Teseo.
Un romanzo che, in modo fluido, si muove tra la storia del prof. Philips Wade e le trame del Quantitative Easing. Brera di professione fa il finanziere e in questo testo ha riversato la sua visone sulla finanza mettendo in luce non solo le evidenti storture del cd turbocapitalismo, ma gli effetti di quella frase, espressa da Mario Draghi nel luglio del 2012, “Whatever it takes”. Frase che resterà nella storia. Se Brera avesse scritto un saggio su questi temi, sarebbe stato letto da qualche centinaia di lettori. Molti del settore, ben pochi avvezzi alla finanza. La scelta narrativa gli apre le porte ad un pubblico più ampio.
9- “Il prossimo compleanno” di Lorenzo Mercatanti, Pequod Editore.
Il libro si compone da ventina di racconti. Si tratta di un libro inusuale con una forma assolutamente personale. Storie diverse, molte con al centro il lavoro. Di mestiere Mercatanti fa l’agente di commercio di tessuti a Prato. Nelle sue osservazioni quotidiane deve averne viste di tutte le fogge e colori. La forza dei racconti sta nel trovare in ogni trama un modo atipico di affrontare le cose, e quindi la vita.
10- “Nel rispetto dell’articolo 7” Giorgio De Pascale, Porto Seguro Editore.
Di Company Thriller in Italia non se ne trovano molti. De Pascale compie questo esercizio con un libro che mette al centro un direttore risorse umane, De Luna, che si trova ad indagare di una truffa nel mondo alberghiero. Tra vicende personali e aziendali, tra cui un cambio di proprietà, ne esce un giallo sagace dove anche quelli “tutti di un pezzo” diventano quasi umani.
*Luca Vignaga, VeneziePost, 12 dicembre 2020