Sale il Pil: +0,2% nel primo trimestre 2019; +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2018. Sale anche l’occupazione: +0,2% con il tasso al 58,9%, e la disoccupazione in calo dello 0,4% (tasso a 10,2%), soprattutto quella giovanile, -2,5% rispetto al 2018. I dati Istat su lavoro e stima preliminare del Pil certificano che l’Italia è fuori dalla recessione tecnica. E il governo festeggia. Con il premier Giuseppe Conte che da Tunisi sottolinea «la bontà della nostra manovra economica» e il ministro dell’Economia Giovanni Tria che parla di «solidità dell’economia italiana» e di «clima di cauto ottimismo» con la previsione di crescita annuale del Def (+0,2%) che «può essere raggiunta e anche superata». Per il vicepremier Luigi Di Maio quindi si può «andare avanti come un treno verso il cambiamento», mentre il collega Matteo Salvini ribadisce l’urgenza della «flat tax per imprese, lavoratori e famiglie, senza dubbi o ritardi».
Ma i dati Istat invitano alla cautela. Perché se è vero che all’inizio del 2019, nota l’Istituto di statistica, «l’economia italiana ha segnato un moderato recupero», però «nel complesso l’ultimo anno si è caratterizzato come una fase di sostanziale ristagno del Pil, il cui livello risulta essere nel primo trimestre del 2019 pressoché invariato rispetto a quello di inizio 2018».
Per quanto riguarda l’occupazione, le cose vanno meglio: in un anno è cresciuta dello 0,5%. Meglio soprattutto per quanto riguarda i lavoratori dipendenti permanenti, a marzo cresciuti dello 0,3% (+44 mila unità) rispetto al mese di febbraio, e per i giovani nella fascia 15-24: aumentati dell’1,1% rispetto al marzo 2018, con il tasso di disoccupazione giovanile sceso del 2,5%, al 30,2%.
Ma «la strada è ancora lunga — dice Annamaria Furlan della Cisl —, ormai siamo sempre sul filo del rasoio». E pure per Confcommercio «la crescita è inesistente e la ripresa va conteggiata su decimi e centesimi di punto percentuale: si conferma la condizione stagnante dell’economia italiana». Per Carmelo Barbagallo (Uil) «non si può parlare di crescita con uno zero virgola in più» e pure la Cgil boccia: «La modesta variazione del Pil conferma che usciamo dalla recessione per restare nella stagnazione». E il presidente del Pd ed ex premier Paolo Gentiloni sintetizza: «Il governo Conte festeggia l’uscita dalla recessione tecnica provocata dal governo Conte».