Pierluigi Battista sul Corriere della Serra in un articolo racconta l’aritmetica delle distanze che prevede, per esempio cinque metri sotto l’ombrellone, quattro al ristorante mentre per la strada diventano uno e mezzo.
“Si fa presto a dire «distanza», – scrive Battista – fisica, sociale, chiamiamola pure come più ci aggrada. Ma poi i numeri ballano, le cifre non tornano, la matematica diventa un’opinione. Sanciscono, per esempio, o meglio sono sul punto di sancire, che la distanza minima tra un ombrellone e un altro debba essere fissata a cinque metri, e già qui, se si sposta il lettino o la sdraio nel gioco dell’ombra che si accorcia o si allunga nel corso delle ore e della rotazione terrestre, il calcolo diventa oltremodo difficile. Ma poi, se dalla spiaggia si va verso il ristorante o meglio al suo interno, la distanza magica, la soglia del destino che dovrebbe fissare la separazione in sicurezza degli esseri umani diventa un po’ più contenuta: quattro metri tra un tavolino e un altro, ma un metro tra chi pranza o cena attorno allo stesso tavolo, nella presunzione (socialmente del tutto irrealistica, o quanto meno distante dalla realtà) che i due commensali vivano sotto lo stesso tetto e non possano contagiarsi.”
Battista infierisce poi ancora, più avanti, su questa fiera dell’assurdo e scrive: “Il distanziamento sociale non è dunque una questione di misure? La confusione regna indisturbata. Già nei mesi scorsi i numeri ballavano. Chi diceva che sarebbe bastato un metro per neutralizzare l’azione contagiosa delle goccioline, qualche task force ha ampliato il raggio contagioso fino a due metri, ma ipotesi più mediatrici hanno accettato la possibilità che il distanziamento ideale fosse di un metro e mezzo, che è quello che si auspica nei negozi di prossima apertura, oppure di un metro e ottanta, con quei venti centimetri in meno dei due metri che potrebbero essere salvifici per il buon mantenimento dei rapporti sociali. Il governatore ligure Toti, che è molto decisionista, ipotizza un braccialetto che suona l’allarme quando due persone violano le regole del distanziamento, ma gli strumenti eseguono ciò che gli esseri umani ordinano: e che succede se gli esseri umani ordinano misure in guerra tra di loro?”