Per Sperotto Spa il 2023 significa 60 anni di attività. L’azienda di Sandrigo, nella provincia vicentina, ha iniziato infatti a fornire ai propri clienti impianti a terra per l’avicoltura e la zootecnia nel 1963. E oggi è tra i nomi più conosciuti a livello mondiale nella progettazione e produzione di queste strutture, stimata soprattutto per l’alta qualità e la tecnologia avanzata che i suoi centri avicoli e zootecnici garantiscono.
Sebbene la sua roccaforte sia nel Nord Italia, grazie alla rete vendita costruita negli anni Sperotto è presente su tutto il territorio nazionale. Non solo: dalla sede nel vicentino fornisce i suoi prodotti in oltre 40 Paesi del mondo e tramite la sister company in Brasile presidia da vicino il mercato avicolo sudamericano. “Siamo presenti soprattutto in Europa, Nord-Africa e Medio Oriente – spiega il presidente Renato Sperotto –. Fatturato ed export dipendono molto dalle annualità, ma possiamo dire che il secondo pesa dal 20 al 30% sul totale”.
Quanto afferma il presidente è riscontrabile nei dati. In termini di ricavi, infatti, Sperotto ha segnato una crescita del 60,59% tra il 2019 e il 2020, passando da un fatturato che sfiorava i 14,8 mln a uno di 23,77 mln. Il 2021, invece, si è chiuso a poco meno di 20,73 mln, in calo sull’anno precedente (-12,79%), ma registrando pur sempre un +40,04% sul pre-pandemia. Per il 2022 il presidente parla di un’annualità “non tra le migliori”: “Lavoriamo molto anche nei Paesi dell’Est-Europa, quindi la nostra attività è stata influenzata dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina”.
Un andamento simile a quello del fatturato è stato registrato anche dall’Ebitda, che ha segnato una crescita del 160,93% tra il 2019 e il 2020, passando da 1,76 mln a 4,58 mln e poi attestatosi a 2,64 (+50% sul pre-covid). “Non dobbiamo dimenticare – ha commentato il presidente Sperotto – la problematica legata ai prezzi delle materie prime e dell’energia degli ultimi due anni. In quanto produttori di beni di investimento, questi fattori incidono molto sui nostri risultati. Quando investono, infatti, i nostri clienti fanno un piano di ammortamento in funzione non solo dei costi di acquisto, ma anche di gestione”.
Come spiega il presidente, lavorando su commessa i risultati dell’azienda possono variare a seconda dei mercati cui si rivolge e delle situazioni geopolitiche che incontra. Tra gli esempi che cita c’è il grande fermo del Nord-Africa in seguito alla primavera araba o le vicende del Sudan, dove Sperotto lavora molto – e dovrà fare i conti con lo scoppio della nuova guerra. Allo stesso tempo, però, emerge anche l’ottimismo per l’anno in corso: “Guardando il quadro complessivo, la situazione si sta stabilizzando – afferma Renato Sperotto –, penso per esempio all’Algeria che sta cominciando a riaprire. Siamo fiduciosi sul fatto che a breve si potrà riprendere lo slancio”.
Il margine operativo lordo percentuale tra 2019 e 2021 è passato dall’11,87% al 19,28% e, infine, al 12,72%, con una media del 15,13%. Il 2021 si è chiuso inoltre con un Ebit di 1,94 mln e utili per 1,44 mln. Il patrimonio netto dell’azienda due anni fa era di 10,16 mln. Sperotto, inoltre, aveva cassa per circa 5 mln grazie a una Posizione finanziaria netta (Pfn) negativa. Il rapporto tra la Pfn e l’Ebitda medio tra 2019 e 2021 è di -1,67.
Stando al rating More di Modefinance, agenzia di rating del gruppo Teamsystem, l’impresa ha ricevuto lo score AA, punteggio vicino al massimo grado di solvibilità per una società rappresentato dalla tripla A. E il Roe, l’indice di redditività sul capitale proprio, nel 2021 è stato pari al 14,18%.
Grazie a questi risultati economici, Sperotto è stata una tra le aziende presentate all’evento dello scorso 31 marzo a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera e poi presentata durante l’anno tramite un tour che vedrà protagoniste le migliori imprese di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana e Marche.