Ormai da almeno quasi tre anni a questa parte si sente spesso parlare di microchip, anche se non di rado l’andamento del mercato sembra sfuggirci. Dal blocco produttivo legato alla pandemia, che ha portato a una carenza di questo prodotto a livello globale, fino agli ultimi mesi in cui, invece, la situazione pare essersi ribaltata, arrivando all’estremo opposto. Eppure c’è chi, all’interno di questo variegato settore, non ha ceduto agli eccessi e ha proseguito comunque lungo un percorso di crescita.
Stiamo parlando del Gruppo Spea di Volpiano, nella provincia di Torino, che dal 1976 è attivo nella realizzazione di macchinari automatici per il collaudo di microchip, Mems (acronimo con cui sono anche detti i sistemi microelettromeccanici), schede e dispositivi elettronici. E sono proprio i macchinari targati Spea a girare tutto il mondo per arrivare a produttori di elettronica e semiconduttori che realizzeranno circuiti integrati per automobili, smartphone, tablet, fino a dispositivi in ambito aerospaziale, medicale o difesa. Hanno contribuito a questo percorso di crescita e affermazione globale non solo gli investimenti nell’innovazione e nella ricerca, ma anche una rigida disciplina di bilancio che, per fare solo un esempio, ha portato a evitare sistematicamente i debiti con le banche.
Venendo al suo andamento economico, Spea ha assistito a una crescita costante del fatturato negli ultimi anni, che è passato dai 118,46 mln di euro del 2019 ai 120,19 del 2020 ed è arrivato a sfiorare i 154,21 mln nel 2021, segnando un +30,17% sul pre-pandemia. Dal 2015, quando l’impresa fatturava poco meno di 108,55 mln, il tasso di crescita annuale composto è stato del 6,03%.
Anche l’Ebitda è aumentato progressivamente: nel 2019 superava di poco i 22,4 mln (che in Ebitda margin equivale al 18,91% del fatturato), nel 2020 era salito a 22,87 mln (19,02%) e nel 2021 si è attestato a 39,72 mln (25,76%). Nel triennio considerato, l’azienda ha avuto un Ebitda percentuale medio del 21,63%, generando dunque margini operativi piuttosto alti.
Nel 2021, il reddito operativo lordo (Ebit) è stato di 34,95 mln e il risultato dell’esercizio si è attestato su un valore di 27,45 mln. Due anni fa il patrimonio netto era di 211,12 mln. L’azienda, inoltre, aveva cassa per ben 91,56 mln di euro grazie a una Posizione finanziaria netta (Pfn) negativa. La ratio tra Pfn ed Ebitda medio del triennio 2019-2021 è di -3,23.
Le agenzie di rating hanno assegnato a Spea lo score A, il che significa buona reputazione di credito e bassa probabilità di default per l’azienda. Il Roe, l’indice di redditività, nel 2021 è stato del 13%, valore che certifica un buon ritorno sul capitale proprio.
Spea è una tra le aziende presentate all’evento dello scorso 31 marzo a Palazzo Mezzanotte di Borsa Italiana a Milano. In questa occasione è stata resa nota la ricerca sulle 1.000 Imprese Champions realizzata dal Centro Studi ItalyPost e L’Economia del Corriere della Sera.