Non c’è pace per Il Sole 24 Ore. Neanche tre settimane dopo le dimissioni dell’ad Franco Moscetti, lascia anche il presidente dell’editoriale, Giorgio Fossa. E lo fa in modo brusco con un comunicato secco in evidente polemica con l’azionista Confindustria di cui peraltro è stato presidente: « In considerazione della situazione creatasi mi trovo costretto mio malgrado a rassegnare le dimissioni » . A questo punto entrambe le cariche di vertice devono essere rinnovate in fretta. Per l’amministratore delegato il nome più accreditato è l’attuale direttore generale dell’Ansa Giuseppe Cerbone. Ad oggi in due anni si sono avvicendati al Sole ( sono calcoli del comitato di redazione) due ad, tre presidenti, 2 cfo, 2 capi del personale, due capi della pubblicità e altrettanti direttori.
Il bilancio è tornato in nero: 7,5 milioni nel 2017 contro 92 milioni di perdite 2016, e 1,3 milioni di utili nel primo trimestre 2018 contro 25,6 di perdita dello stesso periodo del 2017. I ricavi sono diminuiti ulteriormente a non più di 229 milioni (erano 316 nel 2015): a motivo di questo, oltre al cattivo andamento pubblicitario, c’è lo smobilizzo di importanti parti dell’editoriale come la Business School, di cui è stato ceduto prima il 49 e recentemente un ulteriore 2% al fondo di diritto britannico Palamon Capital Partners. L’editoriale dopo l’aumento di capitale di fine 2017 ha avviato le procedure di uscita dalla lista delle società sottoposte al regime di sorveglianza rafforzata dalla Consob, per cui oltre alle normali comunicazioni sociali deve presentare un rendiconto mensile sullo stato del risanamento. Il quotidiano conserva il suo posizionamento nel panorama della stampa ma soffre anche per le conseguenze della bufera giudiziaria che vede indagati per false comunicazioni sociali (sopravvalutazioni delle copie digitali) l’ex direttore Roberto Napoletano, l’ex ad Donatella Treu e l’ex presidente Benito Benedini.