«Le Grandi Opere si devono fare e fino a quando ci saremo noi, verranno difese». All’indomani dell’assemblea degli industriali di Torino, e nel giorno in cui gli artigiani rilanciano presentando la grande manifestazione del 13 dicembre, a Milano, organizzata da Confartigianato nazionale per lo sviluppo e la crescita («Quelli del Sì», l’hanno intitolata, in evidente continuità con la manifestazione Sì-Tav che pure si è tenuta nel capoluogo piemontese, il 10 novembre), il governatore Luca Zaia scende in campo al fianco degli imprenditori, facendosi ancora una volta interprete del malessere del territorio e ambasciatore presso il governo amico a trazione Salvini-Di Maio.
«Queste manifestazioni non sono sbagliate, anzi – avverte subito Zaia, nel corso della discussione della manovra in consiglio regionale -. La Tav, la Pedemontana, la Valdastico Nord, la Romea Commerciale, la Strada regionale 10, si devono fare. Prendiamo la Pedemontana: mi spiace per i comitati e ancor di più per i cittadini, che magari sono stati espropriati dei loro terreni, perché qualcuno va lì a sobillarli facendo loro credere che la superstrada si può fermare. Lo dico per l’ultima volta: la Pedemontana si sta facendo e si farà, la apriamo il 31 dicembre 2020». E il primo tratto, il cui taglio del nastro è già stato rinviato almeno quattro volte (l’ultima data fissata, nientemeno che da Salvini, era proprio ieri)? «Il rinvio è dovuto alle difficoltà di armonizzazione tra il sistema informatico scelto da Sis e quello in uso ad Aiscat. Ma mi sono stufato perché quei 10 chilometri tra Thiene e Breganze sono finiti da settimane, dunque l’ho già detto ai costruttori: o per fine anno trovano la soluzione oppure su le sbarre e si circola gratis».
La sua personale analisi costi-benefici Zaia l’ha già fatta pure per la Tav, con esito assolutamente favorevole: «Dobbiamo difendere la nostra competitività, rispetto al resto del Nord Italia e rispetto alla Lombardia, dove la Tav è già fatta fino a Brescia con il quadruplicamento della linea, il che significa che merci e persone corrono su binari diversi. L’Alta Velocità/Alta Capacità è un’opera strategica, bloccarla significherebbe aumentare il gap tra il Veneto e i suoi competitor».
Potenza delle coincidenze, nelle stesse ore lo stato maggiore di Confartigianato Veneto si radunava a Mestre per lanciare la volata al «partito del Sì», chiamato all’adunata nella vecchia fiera di Milano per giovedì 13. E senza sapere ciò che aveva da poco detto Zaia in consiglio regionale, il leader dei «piccoli» Agostino Bonomo dava atto al governatore leghista «di averci sempre sostenuto, in alcuni casi si è esposto anche in maniera coraggiosa».
Quel che si dice comunanza d’intenti. Magari poi succede che il capo leghista, Matteo Salvini, se ne esca rimbrottando le lamentele dei confindustriali con un perentorio «siete stati zitti per anni, quando gli imprenditori e gli artigiani italiani venivano massacrati dai vari governi. Noi siamo qui da 6 mesi, ci lascino lavorare».
Ebbene, per quanto riguarda gli artigiani, la controreplica cade nel vuoto: «Noi non siamo mai stati zitti – rammenta a distanza Bonomo a Salvini -, e la nostra voce l’abbiamo fatta sentire forte in occasione di tutte le ultime leggi di Stabilità». «L’anno scorso, per esempio – aiuta a ricordare Vendemiano Sartor, presidente della Confartigianato Marca Trevigiana – abbiamo prodotto un dossier che si intitolava “Robe da matti”. E mi risulta che non governasse Salvini, c’erano quelli di un altro Matteo al comando».
Dal Veneto partiranno almeno in quattrocento, alla volta di Milano, perché è vero che le rivendicazioni infrastrutturali accomunano la categoria dal Brennero allo stretto di Messina, ma è altrettanto vero che c’è molto Nordest nella lista dei ritardi che verrà idealmente sottoposta al governo gialloverde: «Tav, compimento della Valdastico, Pedemontana Veneta, completamento dell’armatura medio padana e banda ultra larga sono le priorità strategiche», sottolinea Bonomo, affiancato dai presidenti delle territoriali Claudia Scarzanella (Belluno), Marco Marcello (Polesine), Roberto Boschetto (Padova), Salvatore Mazzocca (Venezia), Andrea Bissoli (Verona) e il già citato Sartor per Treviso. Picchieranno, gli artigiani veneti, soprattutto su un tasto: recuperare il ritardo dell’Alta Velocità ferroviaria, che già oggi costituisce un pesante handicap competitivo per le imprese del Nordest. «Da Milano a Bologna oggi si va in meno di un’ora, mentre da Venezia per raggiungere Milano servono quasi tre ore, a coprire una distanza di neanche 50 chilometri in più. Questo – sottolinea Bonomo – è un dato di fatto. E se anche la famosa analisi costi-benefici, voluta dal ministro per le Infrastrutture Toninelli, dovesse mai dare esito negativo per la Tav, la sostanza di questo dato non cambia: i tempi di percorrenza dicono che quest’opera è essenziale per il Nordest e per il Paese. Per ribadirlo, saremo in massa a Milano: non contro il governo, che dopo 5 mesi non si può giudicare, ma a favore dello sviluppo».