Dal sondaggio odierno emerge che i provvedimenti annunciati ottengono un consenso elevato, a partire dalla riduzione progressiva del cuneo fiscale dal 2020 (71% di giudizi positivi), come pure per le misure di sostegno alla natalità e alla famiglia, gradite dal 68%. Indubbiamente l’aver scongiurato l’aumento dell’Iva al 25% è un motivo di sollievo che incontra l’approvazione del 65% degli italiani. E, ancora, gli incentivi ai contribuenti e agli esercenti per incrementare l’utilizzo di pagamenti elettronici piacciono al 62%, l’emissione dei cosiddetti «green bond» viene giudicata positivamente dal 56%.
I singoli interventi ottengono un larghissimo consenso tra gli elettori delle forze della maggioranza (dal 72% al 91% tra i dem e dal 76% all’85% tra i pentastellati), ma fanno breccia anche nell’elettorato dell’opposizione e tra gli astensionisti dato che, con la sola eccezione dei «green bond», tutti gli altri provvedimenti ottengono un giudizio positivo dalla maggioranza assoluta degli elettori del centrodestra.
Nel complesso la manovra ottiene una valutazione positiva da parte di oltre un italiano su due (55%), mentre poco più di uno su tre (35%) si esprime negativamente. Rispetto alla manovra del precedente governo il gradimento è solo di poco inferiore (-4%): è un dato abbastanza sorprendente, tenuto conto che il Conte 1 beneficiava di un consenso nettamente più elevato del Conte 2.
Tra gli elettori delle due principali forze della maggioranza i giudizi positivi sono elevati (87% tra i dem e 82% tra i pentastellati), tra i leghisti il 52% boccia la manovra (ma il 44% la approva), mentre tra gli elettori di FI e FdI i sì (51%) e i no (49%) sostanzialmente si equivalgono.
Quanto al grado di intesa percepito nell’approvare la manovra tra le quattro forze politiche che sostengono l’esecutivo, le opinioni sono divise: per il 46% la coesione è molto o abbastanza forte, mentre il 41% è di parere opposto. Quest’ultima opinione prevale nettamente nell’opposizione. Insomma, nel complesso la manovra piace perché si è scongiurato l’aumento dell’Iva e sono stati considerati temi che rispondono ad aspettative largamente diffuse nel Paese: lavoro, natalità, contrasto all’evasione e sostenibilità. Ciò si riflette sull’indice di gradimento del governo che sta aumentando dopo un esordio a dir poco freddo.
Tutto bene, dunque? A parte le critiche degli imprenditori, si profilano due rischi: il primo ha a che fare con i tempi di attuazione. Infatti, in epoca di immediatezza, al gradimento di un provvedimento corrisponde l’attesa di riscontrarne subito i risultati, pena l’impopolarità. Il secondo riguarda l’entità delle misure: se dei 30 miliardi della manovra, 23 saranno destinati a disinnescare l’aumento dell’Iva, resta ben poco per gli altri interventi.
Ma non è escluso che dopo i toni roboanti e l’aggressività della politica-wrestling, si faccia strada tra i cittadini una domanda di normalità. Non a caso il premier Conte nel discorso di insediamento ha parlato di mitezza e sobrietà. E forse è proprio questa la vera sfida.