La cessione del 45% del capitale sociale del Trieste Airport di Ronchi dei Legionari fa gola. E mentre, nelle settimane passate, il presidente di Save, Enrico Marchi, reduce dall’ennesimo taglio inaugurale, quello del volo per Seul di Asiana Airlines, ha manifestato l’interesse del Sistema Venezia di voler vedere le carte, ecco che dal consiglio di amministrazione di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio esce un’indicazione precisa.
Il cda, infatti, ha dato mandato al direttore generale, Emilio Bellingardi, di valutare se sia conveniente, o meno, partecipare alla gara il cui termine, ricordiamolo, scade il 6 giugno. Un’indicazione che fa comprendere quanto interesse ci sia nei confronti di un bando europeo al quale sono ammesse unicamente le società che gestiscono sistemi aeroportuali con un traffico non inferiore ai 10 milioni di passeggeri l’ anno e che offrirà poi la possibilità al vincitore, dopo tre anni dall’aggiudicazione, di acquistare un ulteriore 10% del capitale. Sacbo, fondata nel 1970, controlla il Caravaggio sin dall’avvio della sua operatività che, lo scorso anno, lo ha visto, con i suoi 12 milioni e 300mila passeggeri, assestarsi al terzo posto tra gli aeroporti italiani in termini di traffico. Per il 30,98% è controllata dalla Sea, ovvero la società che gestisce gli aeroporti di Malpensa e di Linate.
Un vero e proprio colosso dei cieli nel nostro Paese, nel quale il 55,59% è in mano ad un gruppo di azionisti pubblici, tra i quali spicca il Comune di Milano con il 54,81%, e con il rimanente 44,41% in possesso ai privati. Tra questi 2i Aeroporti Spa, con il 37,75%. Nel corso del 2017 i due aeroporti milanesi hanno movimentato qualcosa come 31 milioni e 717mila passeggeri. Milano detiene anche l’8,5% di Aeroportos Argentina 2000. Dal canto suo Bergamo, una delle base principali italiane di Ryanair, guarda da tempo al suo ulteriore sviluppo. Pensa a Milano ma anche al piccolo scalo di Brescia Montichiari ed ora valuta la possibilità di un suo ingresso al Trieste Airport.
Un ingresso al quale guarda anche la Save, la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso e che detiene il 40% di quello di Verona ed il il 27,65% dell’aeroporto belga di Charleroi. Un’operazione che, nei giorni scorsi, è stata benedetta anche da Luca Zaia, governatore di una Regione, il Veneto, che pur non ha alcun potere sulla società di gestione. «Partiamo dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari – ha dichiarato il presidente sulle pagine del Corriere – e premesso che la Regione non fa parte della compagine azionaria di Save noi tifiamo, attendendo l’esito della gara in corso, perchè Venezia e Trieste procedano insieme».
Marchi non ha mai fatto mistero del suo interesse, che si concretizzerebbe dopo anni ed anni di dialoghi finiti nel nulla. E sembra che la Save si sia già mossa per visionare le carte messe a disposizione dal presidente, Antonio Marano e dal direttore generale, Marco Consalvo. Il 7 giugno ci sarà l’apertura delle buste contenenti le offerte tecniche, fase propedeutica per la nomina di una commissione che, poi, avrà il compito di vagliare le offerte economiche. Tra i pretendendi ci sarebbero, ma il condizionale è d’obbligo, Atlantia, che fa capo a Benetton e che controlla la società Aeroporti di Roma, il fondo privato F2i, azionista di riferimento di SEA e presente a Napoli, Torino, Bologna e Alghero, ma anche Fraport, che controlla 14 scali greci e detiene il 75% dell’Aeroporto di Lubiana. Interesse sarebbe stato manifestato da Aéroports de Paris, ma soprattutto Everbrigh di Hong Kong, che recentemente ha messo le mani su Tirana.