Europa sotto shock per il voto italiano. Bruxelles e le grandi capitali si risvegliano con i risultati in arrivo da Roma, con una maggioranza di elettori della terza economia dell’eurozona che sceglie partiti euroscettici. «È una botta in grado di far saltare l’Unione», si lascia sfuggire un diplomatico di stanza a Bruxelles. Per questo la Commissione sceglie la cautela: per ora niente pressioni politiche o moniti sui conti pubblici, si lascia gestire la situazione a Mattarella risparmiando le cartucce per le prossime settimane, se non mesi. Si evitano attacchi a M5S o Lega che potrebbero provocare una reazione di rigetto capace di allontanare definitivamente Roma dall’Unione mettendo a rischio la costruzione europea.
E intanto si spera che presto arrivi un governo. Le istituzioni Ue tifavano per una coalizione Pd-Forza Italia, poi quando hanno capito che i numeri non c’erano hanno ripiegato su Berlusconi sperando che potesse guidare una colazione capace di arginare gli impulsi anti Ue della Lega. Calcolo sbagliato. Ora si manifesta lo scenario peggiore, tra ingovernabilità ed esecutivo a trazione populista. L’incubo restano l’alleanza M5S-Lega o un centrodestra capeggiato da Salvini. A questo punto un’intesa tra 5 Stelle e Pd offrirebbe più garanzie. Per questo ieri nei piani alti della Commissione circolava un ragionamento fino a pochi giorni fa impensabile: dopotutto – recitava – i grillini sono cambiati, non sono più quelli del 2014, si stanno normalizzando un po’ come Tsipras dopo l’addio di Varoufakis. Se poi sbarcheranno davvero a Palazzo Chigi, l’Europa cercherà di ammansirli riservandosi le maniere forti (sui conti) in caso di insuccesso.
Con questo spirito dettato dalla realpolitik la Commissione ha reagito al risultato italiano: «Abbiamo fiducia nella capacità di Mattarella di facilitare la formazione di un governo stabile. Nel frattempo continuiamo a lavorare con Gentiloni», ha affermato il portavoce di Juncker. Quanto al rischio spread dettato dall’incertezza ha aggiunto: calma e gesso. Questo l’atteggiamento di Bruxelles, i cui esperti ieri commentavano positivamente i mercati (lo spread è salito da 131 a 135) lasciando intendere che a breve non dovrebbero arrivare scossoni. Almeno per ora, con l’Europa che resta attenta a non creare strappi con l’Italia «per non perdere un Paese la cui fuga verso lidi euroscettici potrebbe affondare la Ue», spiegava una fonte diplomatica. Anche per questo nel rapporto sull’economia del Belpaese atteso per domani la Commissione eviterà moniti su conti e manovra bis (si aspetta maggio) limitandosi a ricordare che «data la sua importanza sistemica l’Italia resta fonte di potenziali significativi contagi per l’eurozona ».
Dunque a Bruxelles incrociano le dita, sperano, come affermava il vice di Juncker, Jyrki Katainen, «che l’Italia abbia un governo il prima possibile». Un lavoro che in queste ore l’Europa favorisce con contatti informali con Roma. Per il resto le grandi famiglie politiche dell’Europarlamento, sotto shock, rimangono in silenzio (tesi i socialisti, dopo il voto italiano a rischio estinzione). L’unico a festeggiare è stato Farrage, l’uomo della Brexit: «Sta arrivando la fine dell’Unione».