Dagli integratori alimentari alle produzioni cinematografiche e televisive, passando per la produzione di candele o… bottoni. Le Champions sono anche questo: aziende che presidiano nicchie di mercato, che si fanno spazio portando efficienza di processo e innovazione di prodotto in settori fra i più particolari. Se al sentire “una delle migliori aziende del Paese” abitualmente si pensa ai più classici dei comparti, o ai più noti nomi del panorama industriale italiano, a volte si può anche sbagliare. Certo, la meccanica rappresenta il 23,8% delle Champions, ma resta un 76,2% da andare a cercare altrove, in tutti gli altri settori. Così come è vero che nell’elenco figurano nomi conosciuti come quelli di Marchesini Group, Tecnica, Liu Jo, La Molisana o La Sportiva, ma succede anche che molti degli altri nomi in lista siano assai meno familiari.
Oltretutto: le attività citate all’inizio non sono casuali. Sono, anzi, proprio quelle che identificano alcune delle aziende che, fra le Champions, hanno a loro volta la migliore marginalità. Parliamo ad esempio di Phoenix, azienda lombarda che produce integratori o, come li descrivono loro stessi “prodotti che racchiudano i principi attivi che la natura offre da millenni, per recuperare o mantenere quell’equilibrio psicofisico che ci fa essere sani”. Tutto questo con un ebitda medio, fra il 2019 e il 2021, di oltre il 57%. Anche il tasso di crescita nei sei anni è di tutto rispetto: supera l’11%. Questo con un fatturato 2021 di 25,7 milioni, un ebitda nello stesso anno di 17,4 milioni, un risultato netto di 12 milioni e una cassa di oltre 14 milioni.
E se fin qui siamo ancora in un settore più tipicamente “produttivo”, quello chimico-farmaceutico, è meno scontato pensare a un’azienda Champion come la marchigiana Rainbow, che crea prodotti televisivi e cinematografici sia animati che live action, sviluppa progetti editoriali e produce merchandising e giocattoli. Sono loro i famosissimi cartoni delle Winx o di Monster Allergy. Così come ancor più noti sono i loro film targati Colorado, come Natale a tutti i costi, Me contro te, o Cambio tutto. Beh, si tratta di un’azienda dall’ebitda medio, fra il 2019 e il 2021, del 44,3%, con dei risultati 2021 che recitano: 63,8 milioni di fatturato, 30,8 milioni di ebitda, 6,3 milioni di utile netto. E una Cagr, nei sei anni, del 6,3%. Altro che un gioco da ragazzi.
E forse non si è abituati a considerare così tanto redditizia nemmeno la produzione di candele, eppure… La Cereria Terenzi Evelino, in Emilia-Romagna, può contare su un ebitda medio vicino al 42%, con una Cagr fra il 2015 e il 2021 di oltre il 25%. Questo con un fatturato 2021 di 25,5 milioni, un ebitda 2021 di 11 milioni e un risultato netto di 7,7 milioni e una cassa di oltre 15 milioni. Dei risultati ottimi che per la famiglia Terenzi, alla guida dell’azienda, si devono però incastonare in un percorso che “coniughi Arte e Impresa. Arte, come la meraviglia artigiana della cera e della fragranza, nelle nostre candele e nei nostri profumi. Impresa, come generazione di valore che scaturisce dalla nostra arte, che si riverbera positivamente sui nostri collaboratori, sulle loro famiglie, sul territorio che ci ospita”.
Ma citavamo anche i bottoni, non a caso: il Bottonificio Bap, lombardo, che “dall’iniziale produzione di bottoni in madreperla ha sviluppato il proprio business ampliando la tipologia di produzione con materiali naturali come corno e corozo”. E che con questi si porta a casa un ebitda medio, sempre nei tre anni, del 38%, con un tasso di crescita nei sei anni del 10,3%. Questo con un fatturato 2021 di 47,3 milioni, un ebitda 2021 che sfiora i 20 milioni e un risultato d’esercizio di 14,7 milioni.
Insomma, veri e propri macinatori di redditività nascosti dove, probabilmente, in pochi li andrebbero a cercare. Dicevamo che le Champions sono anche questo: un elenco vario che, se scandagliato a dovere, nasconde più di qualche curiosità, e che dimostra che la forza delle nostre imprese sta nel trovarsi spazi non ancora presidiati e farli propri, costruirci sopra imprese che sì, saranno anche piccole a volte, ma che nel loro mercato spesso no. hanno rivali, e che, per dirla in sintesi, hanno la vera stoffa dei campioni.