Speriamo che, quando e se la ministra della pubblica istruzione avrà trovato pace e avrà individuata la formula “magica” per l’esame di maturità, voglia rivolgere la sua attenzione al resto del pianeta scuola con altrettanta buona volontà, ma con miglior rendimento, facendone un problema non esclusivamente di date ma di visione. Non sfuggirà all’ondivaga Lucia Azzolina che esiste un interrogativo ancora senza risposta: «Se il 3 maggio termina il lockdown e, come tutti auspicano, ripartono gli adulti chi si prenderà cura dei figli?». La ministra ha dichiarato che per l’inizio della fase 2 la situazione è governabile attraverso il congedo parentale, diciamo così di massa, che però significa congelare la carriera sul lavoro di migliaia di donne o di uomini e condannare i bimbi all’isolamento domiciliare. Fino a quando si potranno negare sacrosanti diritti a genitori e figli? Per ora appare avvolto nella nebbia fitta il modello organizzativo e le regole per la scuola del dopo Coronavirus. Cosa succederà a settembre quando il nuovo anno busserà alle porte di istituti strutturalmente inadeguati per aule, spazi comuni e aree esterne e sotto organico, in quanto a maestre, educatori e personale Ata, non potendo più pensare a classi da 20-25 alunni? L’impressione è che finora la professoressa Azzolina non si sia spinta oltre l’hashtag #speriamoindio e la didattica a distanza, che per questioni di rete oggi esclude un ragazzo su quattro. Il digitale è una modalità non percorribile quando la scuola è quella dell’infanzia, nidi compresi, e quella primaria. Per i bambini di età compresa tra 3 e 10 anni e i loro genitori, quali idee ha in serbo la ministra? Nell’era del distanziamento sociale e al tempo di zainetto, astuccio, guanti e mascherina come ritiene di far convivere il diritto all’istruzione con quello alla salute? Reclutando qualche milione di baby sitter e obbligando le famiglie a metterle in regola?Nei Paesi dove si è già tornati in classe la politica si è assunta una precisa responsabilità sociale, in Italia, dove si governa giorno per giorno, almeno si comincia a dare forma alla scuola che dovrà convivere con il Covid.