Il governo non cambia linea e prova a dare messaggi tranquillizzanti sulla tenuta dei conti pubblici. La patrimoniale «è assolutamente esclusa» dice il presidente del consiglio Giuseppe Conte, confermando quanto già dichiarato nel colloquio con il Corriere. «Non ci sarà la manovra bis né la patrimoniale» aggiunge il vicepremier Matteo Salvini, della Lega. «I nostri obiettivi di crescita e sviluppo economico ci consentono di evitare una manovra bis» ribadisce l’altro vicepremier Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle. Di Maio ricorda che «abbiamo già messo a riserva 2 miliardi di euro» nella legge di Bilancio. Una misura, quella dei tagli di spesa da definire in caso di necessità, suggerita dal francese Pierre Moscovici, commissario europeo agli Affari economici, per sbloccare il negoziato imbastito alla fine dell’anno scorso tra il governo italiano e Bruxelles sulla manovra. Un piccolo tesoretto che però non è in grado di tappare il buco che si sta aprendo nei conti pubblici italiani come effetto del rallentamento dell’economia.
Il governo italiano ha costruito l’ultima legge di Bilancio ipotizzando una crescita del prodotto interno lordo che nel corso di quest’anno dovrebbe raggiungere l’1%. L’obiettivo non sembra a portata di mano. L’ultima indicazione negativa è arrivata dall’agenzia americana di rating Fitch, che ha stimato una crescita molto più bassa, intorno allo 0,3%. Con il prodotto interno lordo che rallenta, peggiorano gli indicatori sia del rapporto tra deficit e Pil sia di quello tra debito e Pil. Ed è da qui che nasce la probabilità di una manovra correttiva.
Fino alle elezioni europee di fine maggio non se ne parla. Sia perché il governo italiano non vuole «sporcare» la campagna elettorale più importante di questo 2019 ricco di appuntamenti con le urne. Sia perché a Bruxelles c’è una Commissione europea in scadenza di mandato che forse non è nemmeno interessata ad aprire un fronte che poi non potrebbe seguire. Dall’opposizione il Pd parla di manovra bis «inevitabile». «Continuare a mentire sui conti pubblici — dice Francesco Boccia — fa male al Paese perché lo rende sempre meno credibile». Secondo Mara Carfagna, vice presidente della Camera per Forza Italia, i «2 miliardi accantonati sono in realtà soldi rubati agli italiani perché dovevano essere destinati agli investimenti».