Mercoledì 27 il ministro Paolo Savona parteciperà al tradizionale seminario sugli scenari economici organizzato dal Centro Studi Confindustria e l’appuntamento preparato dal direttore Andrea Montanino si presenta particolarmente gustoso. Sarà la prima volta che l’economista — che nel curriculum vanta un’esperienza da direttore generale di Viale dell’Astronomia — prenderà la parola in pubblico dopo le polemiche che avevano accompagnato il suo ingresso nel governo giallo-verde. In primissima battuta come candidato al super-ministero dell’Economia e infine come responsabile del dicastero degli Affari europei. Savona mercoledì si troverà davanti quel Partito del Pil che pure evitando di assumere una logica antagonista con il governo Conte non ha esitato in questi ultimi giorni a far sentire la sua voce e che implicitamente spalleggia la linea euro-prudente adottata da un altro economista diventato poi davvero ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Innanzitutto va ricordato che gli imprenditori italiani sono contrari all’uscita dall’euro e sono di questo avviso anche quelli tra loro che hanno votato, in buona quantità, Lega. L’ipotesi di tornare alla svalutazione competitiva non affascina l’impresa e di questo Savona dovrà prendere atto. Gli euroscettici hanno finora evitato di esplicitare che dietro il ritorno alla lira si nasconde la proposta-palliativo di affidare la competitività italiana alla svalutazione ma mercoledì il ministro dovrà scegliere: se, come è facile che avvenga, finirà per glissare avremo un’ulteriore conferma della fragilità di quella ricetta. Vedremo se il ministro si avventurerà lungo il sentiero della flat tax, di sicuro però negli ambienti confindustriali è maturata l’idea che una eventuale riduzione delle tasse — le cui coperture vanno però esplicitate con piena trasparenza — deve essere disegnata cercando di destinare i risparmi all’operatività delle imprese. Vanno privilegiate quindi quelle modalità come il taglio dell’Irap o la riduzione del cuneo contributivo che possono far affluire risorse direttamente all’attività produttiva (più che incrementare i redditi personali degli imprenditori). Il seminario, infine, servirà anche a fare il punto sul rallentamento della ripresa: i segnali non sembrano positivi e il carico di incertezze, causate anche da un sovrappiù di annunci governativi, è segnalato (purtroppo) in aumento.