«Se ti manca il coraggio sul piano politico» di assumersi la responsabilità della crisi «non c’è problema, me l’assumo io. Questa è la conclusione, unica, obbligata, trasparente. Io vado dal presidente della Repubblica». Mentre sale al Quirinale, alle 20 e 50, per dimettersi, dopo 445 giorni di governo, Conte commenta il ritiro della mozione di sfiducia della Lega. «Prendo atto che a Matteo Salvini manca il coraggio di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti». Eppure qualcuno sussurra, ad esempio in Forza Italia, che Conte delineando un accenno di programma per il futuro ha in qualche modo voluto prefigurare l’ipotesi di un nuovo mandato, un programma per il futuro che rinforza la sua figura come riserva della Repubblica ed esplicita la sua visione di sviluppo per il Paese. Anche se Zingaretti chiude nettamente all’ipotesi.
Il futuro di Conte al momento non è chiaro nemmeno al diretto protagonista, che viene accompagnato al Quirinale da un sit in di attivisti 5 Stelle per una riconferma del mandato, e il fatto stesso che il premier pur dimissionario abbia delineato un programma per il futuro non esclude nulla, come anche un futuro in un’altra casella, come ad esempio quella di ministro degli Esteri.Le accuse di Conte sono state nette, circostanziate, precise, molto esplicite. È come previsto un intervento senza sconti in cui mette all’angolo Salvini. L’inizio è la premessa delle accuse che seguiranno: «L’8 agosto Salvini ha diramato una nota con cui si diceva che la Lega poneva fine alla sua esperienza e voleva le urne. Ha quindi chiesto la calendarizzazione di comunicazioni. Oggetto grave che comporta conseguenze gravi».
Quattro ore dopo dirà che «Salvini è un uomo senza coraggio. Io ho garantito che questa sarebbe stata un’esperienza di governo all’insegna della trasparenza e del cambiamento e non posso permettere che questo passaggio possa consumarsi a mezzo di conciliaboli riservati, comunicazioni rilasciate sui social o per strada». Quello di Conte è una sorta di testamento politico, che non chiude comunque a un suo ruolo politico futuro, nonostante le dimissioni ma anche forte del fortissimo gradimento che riscuote nel Paese. Mette in guardia proprio sul futuro economico, istituzionale e diplomatico: «Con i tempi di questa crisi si mette il Paese a rischio di ritrovarsi in esercizio provvisorio. La decisione di innescare la crisi è irresponsabile. Per questa via il ministro dell’Interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito».
Poi partono le accuse più dirette a Salvini: «I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’Interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale per non parlare dell’opportunismo politico». E ancora sul cosiddetto Russiagate: «Se tu avessi accettato di andare al Senato per riferire sulla vicenda, una vicenda che oggettivamente merita di essere chiarita anche per i riflessi sul piano internazionale, avresti evitato al tuo Presidente del Consiglio di presentarsi al tuo posto, rifiutandoti, per giunta, di condividere con lui le informazioni di cui sei in possesso». Quindi un altro dei tanti affondi: «La verità è che all’indomani del voto europeo, Salvini ha posto in essere un’operazione di distacco e pretesto per lasciare il governo. Caro ministro dell’Interno, promuovendo questa crisi di governo ti sei assunto una grande responsabilità di fronte al Paese. Ti ho sentito chiedere “pieni poteri” e invocare le piazze a tuo sostegno, questa tua concezione mi preoccupa».