Luigi Di Maio? «Credo che tutta la dignità l’abbia messa nel decreto del 2018…». Matteo Salvini ha appena fatto una passeggiata nel centro di Bologna con la candidata presidente dell’Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni. Ed è ancora indignato per i metal detector all’ingresso della basilica di San Petronio: «Sa perché? In un affresco del Quattrocento di Giovanni da Modena, Maometto è raffigurato all’inferno. Cose da pazzi…».
Ma sembra indignato anche per le dichiarazioni di Conte e Di Maio sulla vicenda della nave Gregoretti.
«A me dispiace quando ci sono persone che perdono l’onore. È chiaro che per non litigare con il Pd loro si rimangiano tutto quello che avevano detto e fatto».
Perché parla di onore?
«Guardi, io in questi mesi sto conoscendo la doppia faccia di Conte e Di Maio. Però, se dovessi dire che sono sequestratori o che so io, non lo farei. Se loro invece ritengono che io sia un delinquente che merita 15 anni di carcere… Ma io li attendo al varco».
Su che cosa?
«Sul decreto sicurezza. Il Parlamento aveva tolto l’attenuante per “tenuità del fatto” in caso di aggressioni a pubblici ufficiali. Ora, mi dicono che la riporteranno nella legge. Ma io mi metto nei panni di qualsiasi poliziotto o carabiniere. E se provano a ridare fiato ai balordi e ai violenti, a quel punto si muove il Paese».
Il 20 gennaio si voterà l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti. Di Maio ha detto che i 5 stelle sono a favore. È preoccupato?
«È una cosa surreale. Per un certo verso, anche se gli avvocati mi suggeriscono il contrario, sarei curioso di finire in Aula. Comunque, se decideranno, processo sia: idealmente in quel tribunale ci saranno con me milioni di italiani. Quanto a Di Maio, ha cambiato idea sui miei processi come l’ha cambiata su tante altre cose».
Perché il processo sarebbe surreale? È la legge.
«È normale che si spendano soldi perché ho difeso i confini? Io sarei peggio di uno stupratore: per lo stupro la pena è di 12 anni, per il sequestro gli anni sono 15. Detto questo, noi stiamo preparando tutta la documentazione. Al termine dei quattro giorni di presunto sequestro ottenemmo che 5 Paesi europei si suddividessero gli immigrati. Una cosa è certa: lo rifarei. E se gli italiani lo vorranno, lo rifarò. Sempre che non ci siano stranezze legate alla legge Severino».
A proposito, ci sono novità? Giancarlo Giorgetti dice che siete pronti a discutere di «governi di scopo».
«Chiariamo: dopo Conte c’è soltanto il voto. Appena salta questo governo, l’unica via sono le elezioni e il prossimo premier sarà scelto da un parlamento nuovo. Altro paio di maniche è dire: ascoltate. Ascoltate Confindustria, Coldiretti, i sindacati, le associazioni… E se avanza tempo, anche le opposizioni: evitate di peccare di arroganza, oltre che di ignoranza».
Il referendum sul taglio dei parlamentari accelera o rallenta il ritorno alle urne?
La sicurezza
Provino a toccare il decreto sicurezza…
Il referendum non accelera le elezioni
«Non accelera e non rallenta. I problemi dell’Italia sono l’economia e la burocrazia. Non saranno due mesi in più a cambiare le cose. L’urgenza però c’è, la manovra rallenterà il Paese. Ha visto? Per la sugar-tax la Coca-Cola ha già bloccato una cinquantina di milioni di investimenti».
La Lega voterà il taglio?
«Certo. E ci auguriamo che ci sia anche il nostro referendum a favore del maggioritario, la Consulta si esprimerà a gennaio. Un mese ricco di appuntamenti interessanti…».
Silvio Berlusconi ieri però ha detto che lei sulla legge elettorale non «sembra avere le idee chiare».
«Ma come? Noi abbiamo appunto presentato un referendum per un maggioritario secco. Più chiaro di così… Ha visto nel Regno Unito? Si è votato e a sera già si sapeva chi avrebbe governato. Poi, certo, io non voglio fermare l’Italia per due anni con la discussione sulla legge elettorale».
Domani la Lega Nord va a congresso. A cosa serve?
«Perché la Lega è ormai un unico soggetto nazionale e nel corso del 2020 ci saranno tante elezioni. L’anno prossimo ci saranno anche i congressi locali per eleggere tutti gli organi del nuovo partito».
Lei resterà segretario?
«Per il momento, sì. Poi, quando tutto sarà andato sui binari, non avrebbe senso che restassi segretario di due partiti. Mentre i 5 stelle si affidano ai click di Rousseau e il Pd evapora, noi siamo ancora un partito di partecipazione in cui il popolo conta».
Gianni Fava ha detto che l’opposizione interna non parteciperà al congresso perché le si tappa la bocca.
«Ma dove? Chi ha voglia di lavorare aveva spazio quando eravamo al 3%. Ora che siamo al 30%, veda un po’ lei».
Nello statuto resta l’indipendenza della Padania.
«Che la Lega non sia più per la secessione, credo non ci sia bisogno di sancirlo».