«Il nome Lega non si tocca, non facciamo politica in base ai soldi o alle sentenze», assicura Matteo Salvini nella roccaforte della Bèrghem Fest di Alzano Lombardo. Così il nuovo partito nazionale che presto nascerà — dall’unione della Lega Nord, ancora presente in 11 regioni settentrionali e centrali, e dei 9 spezzoni territoriali nati nel Centro-Sud a partire dal 2014 grazie all’opera certosina del senatore di Palazzolo sull’Oglio Raffaele Volpi oggi al governo come sottosegretario alla Difesa — potrebbe comunque mantenere il brand «Lega». Allo studio ci sono molte ipotesi: quelle tradizionali — «Lega nazionale» e «Lega delle leghe» (non «Lega Italia» già prenotata dall’avvocato Carlo Taormina) — oppure quella incentrata sul leader (già esiste la «Lega Salvini premier») senza escludere però slogan ad effetto, come «Prima gli italiani». «Sul nome — si schermisce Volpi — si vedrà… Io non so nulla».
La scelta del nome e del simbolo non dipende solo da un fattore politicoperché, a partire dal 5 settembre, saranno più chiari i contorni della sentenza del tribunale del Riesame di Genova che deve dire (forse) l’ultima parola sui 49 milioni finanziamento pubblico 2008-2010 da confiscare agli eredi della vecchia Lega di Bossi e del tesoriere Belsito condannati in primo grado per truffa ai danni dello Stato. Ecco, la forte discontinuità del nuovo soggetto politico potrebbe allontanare lo spettro della la confisca (fino a raggiungere la somma di 49 milioni) per i conti riconducibili al partito di Salvini.
«Il processo di omogeneizzazione del partito è in atto da tempo e non dipende certo dalla magistratura che, semmai, lo sta solo accelerando», osserva il senatore Volpi che dalla fine del 2013 è stato lo stratega dell’operazione di sfondamento al Centro e al Sud: «Ricordo con nostalgia quando, prima delle Europee del 2014, sbarcai con la valigetta in mano per la prima volta all’aeroporto di Lamezia… Ora quelle realtà territoriali al Centro Sud sono cresciute, hanno dato vita a molte sezioni e il risultato è stato che il 4 marzo abbiamo eletto molti parlamentari in regioni dove l’anno precedente non eravamo neanche presenti». E alla luce del «processo di nazionalizzazione» del partito, il senatore Volpi conferma che «al Sud la Lega per Salvini premier ha fatto tutta da sola, tutto autofinanziato, con bilanci autonomi, senza aiuti».
Dopo la parentesi di «Noi con Salvini» (associazione non riconosciuta come partito), il 14 dicembre del 2017 è nato il movimento politico «Lega per Salvini premier», con statuto e bilancio autonomi rispetto al vecchio partito di Bossi, che però ha assorbito solo i 9 «regionali» del Centro Sud ma non gli 11 del Nord (comprendenti Marche, Umbria e Toscana). E questa separazione va letta anche in relazione delle parole del procuratore di Genova, Francesco Cozzi: «Il patrimonio della Lega Toscana è riconducibile a quello della Lega. C’erano le prove dei versamenti dai conti centrali a quelli regionali…».
Oggi, permane una sottile «linea Gotica» che separa le strutture territoriali della Lega. Per iscriversi al partito (10 euro all’anno) c’è un doppio binario: ai residenti nelle 11 «nazioni» della vecchia Lega federale, la tessera è rilasciata dalla «Lega Nord-Salvini premier». Invece, per i residenti al Centro Sud (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) e all’estero la tessera è della «Lega Salvini premier». Presto, però, ci sarà il simbolo unico della Lega nazionale».