«Chiaro che la convenienza della Lega sarebbe di andare a votare domani mattina e di raddoppiare il numero dei parlamentari, però da ministro ho a cuore anche altro. E iI sì di martedì e di mercoledì sono incoraggianti». Nel giorno dell’informativa del premier al Senato sul Russiagate, Matteo Salvini parla al Sole 24 Ore dopo aver dedicato due dirette Facebook ai 50 miliardi di investimenti sbloccati dal Cipe di ieri.
Tav e cantieri: sono i sì che aspettava per evitare la crisi di Governo?
Sono state 24 ore preziose. Quando parlavo dei partiti dei no e dei no che bloccano l’Italia pensavo ai No Tav, ai No Pedemontana, ai No Gronda, ai No alle ferrovie al Sud. Nell’arco di 24 ore sono arrivati sì per quasi 60 miliardi. È un bel passo avanti, una giornata di festa, e mi spiace invece per il travaglio dei Cinque Stelle. Amen.
Sta dicendo che è tutto merito della Lega? Al Cipe partecipano ministri M5S, il premier in prima persona si è speso per il piano anti-dissesto idrogeologico…
Non voglio dire che è tutto merito nostro, ma basta guardare la discussione di sei mesi fa sulla Tav e vedere dove si è arrivati. Lo stesso vale per il Tap in Puglia, la Pedemontana lombarda, il Terzo Valico in Liguria. Sarei un italiano felice se riuscissimo ora a mettere in sicurezza i 15mila posti di lavoro di Ilva, a rivedere la politica italiana sui rifiuti, dove c’è un altro no folle e irresponsabile ai termovalorizzatori, e i no alla ricerca di energia e di petrolio, in mare o in terra, che ovunque sono una ricchezza e qui vengono vissuti con sospetto. Se poi potessi chiedere tutto aggiungerei la riforma della giustizia, fatta bene, la riforma fiscale e le autonomie.
Parla di nuovo come se stesse al Governo da solo.
Ma sono loro a dire che il 90% delle leggi approvate sono dei Cinque Stelle. Io son mica geloso. Se devo scegliere, visto che ora parlano di acqua pubblica, per me il taglio delle tasse è la priorità assoluta.
Ha parlato di cantieri tutto il giorno. Toninelli dovrebbe dimettersi? È tempo di un ministro della Lega alle Infrastrutture?
Ognuno si fa i suoi esami dopo 13 mesi di Governo. Sicuramente ci sono ancora tanti blocchi non solo al ministero delle Infrastrutture, ma anche al ministero dell’Ambiente. A volte anche lì sembra che prevalgano i no. Ogni no a un termovalorizzatore è un costo per l’Italia. Spero che queste ore abbiano portato consiglio.
Oggi a Palazzo Chigi si terrà il workshop sul fisco con le parti sociali, che lei ha già visto al Viminale. Ci andrà?
Ho una giornata piena, e un’iniziativa sulla cybersecurity. Sicuramente ci andranno gli esponenti economici della Lega. Ma ho la soddisfazione di aver fatto da apripista. Riconvocherò le parti sociali ai primi di agosto, come promesso. Ma un tavolo non sostituisce l’altro.
Ieri anche Conte ha parlato di anticipare la manovra economica. Pensa che sia possibile in parte con un decreto?
A me interessa la sostanza. Non voglio arrivare come l’anno scorso tra Natale e Capodanno, con l’Europa che rimanda, rivede e ritarda. Ho sentito Garavaglia, Bitonci, Borghi, Siri, Durigon, Giorgetti, Galli: le nostre proposte economiche sono sostanzialmente pronte. Ma dobbiamo confrontarci con il premier, Di Maio, Tria.
La flat tax sarà graduale?
Non possiamo fare tutto per tutti subito e stiamo ragionando su due o tre schemi per le famiglie. È un pacchetto da una decina di miliardi a cui associare altri interventi pro imprese, come parte del taglio del cuneo, buoni pasto, estensione del regime forfettario, cancellazione di alcune dichiarazioni pleonastiche. Stiamo lavorando alla pace fiscale 2 da estendere alle imprese e alle società. E pensiamo anche all’edilizia: un “piano casa” per agevolazioni e ristrutturazioni.
E le coperture?
Ci saranno alcuni tagli di spesa. E io ho fatto una richiesta: che il regime di flat tax possa essere una scelta, come quota 100, non un obbligo, e che quindi ciascuno possa fare due conti e decidere se gli conviene il nuovo regime forfettario, che tende ad assorbire deduzioni e detrazioni, o rimanere al vecchio. Lo preciso: non stiamo ragionando di cancellare gli 80 euro.
Sulle autonomie sarà intesa?
Sono ottimista. Contiamo anche su altri sì. Anche perché i governatori stanno attuando la Costituzione, che dà facoltà di intervenire fino a 23 materie. E una trattativa non prevede che se uno mi chiede 100 gli do 5. Poi eliminiamo un equivoco: non si tolgono risorse ad altri. Il principio è che se uno gestisce in maniera efficiente a livello locale, per esempio le soprintendenze, quello che risparmio lo reinvesto sul mio territorio.
È soddisfatto dell’informativa di Conte sul Russiagate? Le opposizioni l’hanno definita «il capitano fuggitivo».
Conte ha detto quello che già sapevo. So perfettamente perché sono andato in Russia, chi ho incontrato, che non ho mai visto né chiesto soldi. Poi sentirsi accusare in Aula di altro tradimento o di essere al servizio di Putin fa ridere. La mozione di sfiducia del Pd fa ridere. Io vado a rispondere su elementi concreti e reali. La presunta accusa parla di 3 milioni di tonnellate di gasolio che è più della quantità di quello che Eni importa in Italia. È chiaro che siamo su Scherzi a parte.
I Cinque Stelle hanno scelto di uscire dall’Aula. Se al decreto sicurezza bis in Senato dovessero mancare voti del M5S potrebbe essere motivo di crisi?
Ma non ci voglio neanche pensare. Ci sono soldi per i poliziotti e i vigili del fuoco, e per ripicca politica uno li bloccherebbe? Altro che crisi, mi sembrerebbe demenziale.
Dunque la riserva sulla crisi da parte sua è sciolta? Il Governo tiene?
Ho letto ricostruzioni surreali, finestre che si aprono e si chiudono. Per me ogni giorno ha una finestra, è una messa alla prova. Ogni giorno devo fatturare qualcosa di utile per il mio Paese. Se la macchina si inceppa, se qualcuno la inceppa, è un problema.