«La legge di bilancio? Una cosa è importante: che sia coraggiosa. Se lo sarà, e lo sarà, gli zero virgola di deficit in più non conteranno niente». Matteo Salvini è appena tornato a casa da Fregene: «Avevo i figli qui a Roma in gita e ho staccato la spina per qualche ora».
Che cosa significa «legge di bilancio coraggiosa»?
«Significa che se l’Italia vuole crescere, deve investire. Come chiunque. In queste ultime settimane ho avuto modo di fare alcune chiacchierate con alcuni di questi famosi investitori esteri di cui si sente parlare. E tutti, sottolineo tutti, mi hanno detto la stessa cosa: fate una manovra coraggiosa, espansiva. Se avrà quel segno, non preoccupatevi di qualche decimale di deficit: non è un problema. Per questo io dico: sarà una manovra coraggiosa».
Il ministro Tria deve continuare a preoccuparsi?
«Guardi che a me piacerebbe essere il ministro all’Economia che cambia il passo. Essere il primo, dopo anni di manovre restrittive, a firmare un bilancio espansivo. Non possiamo mai dimenticarci un numero: le manovre soffocanti hanno aumentato il debito di 250 miliardi in 5 anni. Ormai è chiaro: se il Paese non cresce, il debito aumenta. Se cresce, il debito si riduce. Se fossi in Tria, chiederei a Salvini e Di Maio di fare spese intelligenti».
Il portavoce del premier, Rocco Casalino, ha minacciato sfracelli al ministero dell’Economia.
«Credo sia stato incauto. Ma nessuno minaccia nessuno. Quello che vogliamo dire, noi lo diciamo con il sorriso».
Torniamo alle spese intelligenti. Nel centrodestra le contestano questo: il reddito di cittadinanza è una misura assistenziale.
«Il reddito di cittadinanza deve diventare un fattore di produttività. Fino ad oggi i centri per l’impiego sono stati centri per il disimpiego, con tassi di successo pari a quello delle vecchie politiche per i rifugiati. Se il reddito, legato alla cittadinanza italiana, sarà un aiuto concreto alla professionalizzazione, ben venga. Un reddito per il reingresso nel mondo del lavoro fa parte del nostro programma di crescita».
Che differenza c’è tra pace fiscale e condono?
Oggi in spiaggia a Fregene in tanti mi hanno chiesto l’intervento sulle cartelle. La pace fiscale si rivolge a chi le dichiarazioni dei redditi le ha fatte, non a chi è sempre rimasto sommerso, e porta in cassa miliardi.
Nella manovra di tagli proprio non si parlerà?
«Ma certo. Luigi Di Maio dice la “sanità non si tocca”, ma gli sprechi si devono toccare e i costi standard saranno importanti sotto questo punto di vista. Mi accusano di sprecare sulle pensioni, ma lei lo sa che noi paghiamo un miliardo all’anno di pensioni sociali sui ricongiungimenti famigliari? Persone che arrivano senza aver mai pagato un euro di tasse e si prendono la pensione? E con il dl del ministro Bongiorno ci sono amplissimi margini di recupero di risorse e produttività anche nella pubblica amministrazione. E poi, me lo lasci dire…».
Prego…
«Il 22 settembre, lo scorso anno erano entrate in Italia 103.151 persone. Nel 2018, soltanto 21.017. Un risparmio secco di più di un miliardo di soldi veri. Con un terzo di quella cifra, io assumerò 10 mila uomini nelle forze dell’ordine».
Il suo tesoriere, Giulio Centemero, è indagato per un contributo ricevuto da un’associazione vicina alla Lega.
«Io non commento mai questo genere di notizie. I magistrati fanno il loro. Cerchino quel che devono cercare in Lussemburgo o Svizzera, soldi non ce ne sono. E da quando sono segretario abbiamo non una, ma due società di revisione. Il risultato bello che ho portato a casa da tutte queste inchieste che riguardano me o la Lega è che mi ha chiamato una marea di giudici e anche di procuratori. Per dirmi “nell’amministrazione della giustizia non siamo tutti uguali”».
Ormai è ufficiale: lei è il titolare di «due forni», da una parte il centrodestra, dall’altra i 5 stelle.
«Macché. A suo tempo il centrodestra mi ha detto “vai, prova”. Ho accettato la sfida per un contratto di 5 anni. Non è che ora faccia saltare tutto perché sono al 30%. Quest’anno smonterò un pezzo di legge Fornero, una parte di italiani pagherà il 15% di tasse, toglieremo qualche accisa sulla benzina. Poi andremo avanti».
Lei ieri ha detto che la sindaca Virginia Raggi poteva fare di più. Qualche mese fa sembrava meno critico.
«Ieri io e lei ci siamo messaggiati. Penso che comunque lei in parte abbia ragione: non puoi fare in tre anni ciò che non è stato fatto in trenta. Certo, la pulizia, le buche per strada, la manutenzione del verde potrebbero essere migliori…».