Che Trieste sia la città della scienza, con la sua altissima percentuale di ricercatori per abitante e decine di istituti di ricerca, è diventato ormai un pensiero noto e assodato, ma concetti come terapia genica, intelligenza artificiale, economia circolare, biotecnologia, non sono certo alla portata di tutti. A questo serve, nella sostanza, Trieste Next, ad avvicinare chi sa a coloro che ne sanno meno o vogliono capire, un punto di osservazione per conoscere la ricerca applicata e il progresso delle nuove tecnologie, un laboratorio di soluzioni pratiche che aiuta a comprendere come si può vivere meglio e quali sono i luoghi comuni da sfatare su temi etici complessi che riguardano tutti come la salute o il vivere meglio.
Un’enorme aula didattica che in questi giorni sta coinvolgendo tutta la piazza Unità e altri luoghi cittadini fino a domani, domenica 30 settembre. Il tema cui è dedicata la manifestazione di quest’anno, la settima da titolo “NatureTECH: il sottile confine fra biologico e biotecnologico”, esplora il confine fra natura e tecnologia, poiché la distinzione labile e spesso sfuggente tra biologico e biotecnologico sarà il perno dei temi che verranno trattati.
«Questo dualismo – dichiara a tale proposito il rettore dell’Università degli studi di Trieste Maurizio Fermeglia – è, e sarà sempre di più, un campo di confronto su temi importanti. La sfida sarà riuscire a gestire queste innovazioni scientifiche e tecnologiche integrandole con l’evoluzione culturale e sociale associata».
Non è sempre facile “raccontare” con parole semplici ed esempi come possano nascere nuove soluzioni grazie alla ricerca avanzata, e non è semplice allontanare le paure della maggior parte delle persone su temi scottanti, come ad esempio gli Ogm, l’uso dei pesticidi o il riscaldamento globale, dando nel contempo un’informazione scientifica corretta.
«L’invito che mi sento di fare – è il suggerimento dell’assessore comunale all’educazione, scuola, università e ricerca Angela Brandi -, è di fidarsi della scienza. E’ un campo nel quale non sono ammessi dilettantismi. Penso ad esempio al tema dei vaccini. Trieste è stata la prima città in Italia a istituirne l’obbligatorietà: un esempio da seguire».
Come da tradizione, sono davvero prestigiosi i nomi presenti alla manifestazione, per questa edizione un po’ più “tinta di rosa”. Tra i big, due donne che sono vere e proprie portabandiera della ricerca italiana: Mariachiara Carrozza, ex ministro dell’Istruzione e uno dei massimi esperti italiani di robotica e protesi cibernetiche che venerdì sera ha discusso di come i robot influenzeranno il mondo del lavoro e l’esperta di cellule staminali e senatrice a vita Elena Cattaneo che terrà stamattina una conferenza dedicata al delicato rapporto fra l’opinione pubblica e i più recenti e futuri avanzamenti in campo biomedico.
Domenica sarà la volta del medico e professore Roberto Burioni, spesso al centro di polemiche con gli antivaccinisti, protagonista della conferenza “Le bufale della scienza“. L’Airc, che ha portato a Trieste alcuni ricercatori di punta, ha organizzato venerdì uno degli appuntamenti principali di quest’anno: «What’s Next? Il futuro della ricerca sul cancro», evento stile Ted Talk durante il quale si illustreranno le terapie attualmente più innovative e promettenti.
Trieste Next 2018 è organizzato da Comune di Trieste, Università degli Studi di Trieste, ItalyPost, Area Science Park e Icgeb, quest’ultimo nel ruolo di ente promotore guest. Importante novità è la collaborazione con la Commissione Europea e il patrocinio dello European Research Council (ERC) e di ESOF2020. Co-promotore di Trieste Next 2018 è la Regione Fvg, mentre Airc è presente nel ruolo di Content partner. Il calendario completo della manifestazione è disponibile sul sito di Trieste Next, insieme alla lista completa dei relatori con le relative biografie.
*Il Piccolo, 28 settembre 2018