La Commissione europea, nelle sue Previsioni economiche di Primavera,ha lanciato un allarme sull’Italia perché l’instabilità politica può provocare effetti negativi sui conti pubblici. Di fatto ha esortato i partiti italiani a formare rapidamente un governo stabile perché «l’incertezza sulle politiche è diventata più pronunciata e, se prolungata, potrebbe rendere i mercati più volatili e intaccare il sentimento economico e i premi di rischio». In pratica a Bruxelles hanno ventilato un possibile aumento della già alta spesa per interessi sul maxidebito pubblico, che è indicato in lieve discesa al 131,8% del Pil nel 2017, al 130,7% quest’anno e al 129,7% l’anno prossimo «principalmente per la crescita del Pil nominale più forte» e non per i richiesti interventi di contenimento verso l’obiettivo del 60% del Pil in 20 anni.
Inoltre l’Italia resta la «maglia nera» della crescita economica in Europa(insieme al Regno Unito in uscita) con solo 1,5% nel biennio 2017-2018 contro la media Ue del 2,6-2,5% e della zona euro al 2,4-2,3%. In arrivo è previsto poi un rallentamento a 1,2% nel 2019, in un contesto di «rischi al ribasso» nell’eurozona e nell’Ue, dove la problematica principale scaturisce da una eventuale scontro commerciale provocato da dazi protezionistici introdotti dagli Stati Uniti. La disoccupazione in Italia si riduce lievemente, ma con 11,2% nel 2017, 10,8% quest’anno e 10,6% nel 2019 resterebbe meno alta solo di Grecia e Spagna (la media Ue nel triennio è stimata tra 7,6% e 6,5%). Migliora il rapporto deficit/Pil che, a politiche invariate, scenderebbe a 1,7% nel 2018-2019 grazie alla crescita e a varie misure proposte nel bilancio 2018 dal governo uscente. L’assenza del nuovo esecutivo ha portato la Commissione a dare più tempo per attuare la correzione di quest’anno nel deficit strutturale dello 0,3% del Pil (pari a circa 5 miliardi).
Il commissario Ue per gli Affari economici, il francese Pierre Moscovici, ha rinviato alle «raccomandazioni» in programma il 23 maggio prossimo, che potrebbero essere accompagnate da un rapporto sul debito eccessivo. Ma ha anticipato che al momento l’intervento strutturale del governo di Paolo Gentiloni e del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan è stimato «pari a zero». Il commissario francese ha aggiunto la speranza che il prossimo esecutivo «continui a rispettare le regole della zona euro, visto che le abbiamo concordate tutti insieme». Dal ministero di Padoan hanno contestato la stima di Bruxelles sul deficit strutturale, replicando che diminuirà di 0,1% nel 2018. Il contenimento del disavanzo sotto il limite del 3% del Pil in tutti gli Stati della zona euro viene considerato una garanzia di resistenza in caso di nuove crisi finanziarie.