Si gioca attorno al concetto di «violazione massiva» delle norme a tutela del risparmio l’efficacia e la validità davanti alla Ue dei rimborsi promessi da Lega e M5S agli oltre 300 mila soci e obbligazionisti subordinati delle banche fallite. «Violazione massiva» significa che a partire da una certa data Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara, CariChieti, Popolare di Vicenza e Veneto Banca abbiano cominciato a piazzare prodotti a rischio, indipendentemente dalle capacità e dalla propensione all’investimento dei sottoscrittori: è proprio su questa presunzione giuridica che puntano il dito le associazioni dei risparmiatori, che entro domani dovranno far pervenire al ministero dell’Economia le osservazioni sul primo decreto attuativo: «Altro che rimborsi automatici per i quali basta una domandina online, questo è un altro arbitrato», lamenta Letizia Giorgianni, presidente dell’Associazione Vittime del Salvabanche.
In sostanza, non tutti quelli che hanno perso i soldi potrebbero ottenere il risarcimento ma solo chi ha comprato azioni o bond sotto la pressione di banche già in crisi. Alcuni avvocati dei risparmiatori indicano una data possibile, il 2012, come inizio del «misselling», cioè delle vendite massicce di prodotti finanziari a clienti inconsapevoli pur di colmare i buchi patrimoniali. Di conseguenza, chi ha comprato le azioni o le obbligazioni in un periodo precedente dovrebbe essere escluso dai rimborsi anche se ha comunque perso i soldi.
Il dossier è in mano ai sottosegretari Alessio Villarosa (Cinquestelle) e Massimo Bitonci (Lega) che giovedì scorso si sono impegnati con le associazioni a pubblicare il decreto entro la settimana.
La bozza prevede che l’indennizzo — del 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati (al netto di interessi e cedole e risarcimenti già incassati), fino a 100 mila euro — venga concesso in automatico ai titolari persone fisiche o onlus o microimprese fino a 10 dipendenti e 2 milioni di fatturato, non invece alle altre persone giuridiche e agli investitori professionali. A decidere sui risarcimenti, per i quali sono stati stanziati 525 milioni l’anno per il triennio 2019-2021, sarà non l’arbitro presso la Consob (Acf) ma una commissione di 9 esperti presso il Mef che sarà regolata da un secondo decreto attuativo da emanare entro 45 giorni. Per i rimborsi la priorità va a chi ha un Isee sotto i 35 mila euro.
La Commissione europea ha ipotizzato un contrasto con il divieto di aiuti di Stato proprio per i rimborsi automatici. Ma su questo punto i risparmiatori sono dubbiosi: sono davvero automatici? I risparmiatori devono presentare la documentazione sull’acquisto dei titoli e provare, magari con sentenze dell’Arbitro presso l’Anac o la Consob, il misselling; può essere anche la stessa commissione a verificare le «violazioni massive», «anche acquisendo d’ufficio apposita documentazione bancaria o amministrativa o giudiziale». «Ma che succede se la commissione respinge la mia domanda?» si chiede l’avvocato Guerino De Santis, segretario del Movimento Risparmiatori Traditi. «Non essendo un organo amministrativo o un giudice manca la possibilità di fare ricorso».