Nonostante il ministro dell’Economia Giovanni Tria ritenga la prospettiva «complicata», la maggioranza pentastellata ha intenzione di imporre una moratoria di 6 mesi alla riforma del credito cooperativo. Lo conferma il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro. La data in cui l’esecutivo dovrebbe discutere il decreto Milleproroghe potrebbe essere oggi, oppure slittare la prossima settimana. Secondo alcune fonti la bozza che circola in queste ore proporrebbe di prorogare di 6 mesi i 90 giorni entro cui ogni singola banca deve aderire a una delle tre holding, dopo che Bce e Banca d’Italia avranno autorizzato la costituzione delle holding stesse. Norma che sarebbe stata più volte inserita e tolta dal documento.
In tutta evidenza è in corso una prova di forza importante fra l’anima tecnica e l’anima politica del governo giallo-verde, che, oltre ad altri dossier come la governance di Cassa depositi e prestiti, coinvolge anche il credito cooperativo. Pure Bankitalia, secondo alcuni rumors, sarebbe ondivaga. L’evoluzione interessa da vicino il Trentino Alto Adige, poiché due dei tre gruppi avranno sede qui: il nazionale di Cassa centrale banca e il provinciale di Cassa centrale Raiffeisen. Il ministro trentino Fraccaro — sostenitore dell’annullamento della riforma varata dal governo Renzi nel 2016 — auspica «che la moratoria sia inserita nel decreto Milleproroghe». I sei mesi serviranno a prendere tempo in attesa di capire come modificare la riforma, «il lavoro concreto arriverà dopo l’estate». Stando all’ipotesi che circola, i sei mesi andrebbero ad allungare il periodo 90 giorni entro il quale convocare le assemblee delle singole banche. In qualche modo si dà per scontato che a breve arrivino tutte le autorizzazioni per la nascita delle holding, ma ciononostante sembra si voglia procedere lo stesso allo stop. Lo esplicita anche il sottosegretario della Lega Maurizio Fugatti: «Le autorizzazioni non andranno a pesare sulla scelta». In merito alla frenata del ministro Tria, il politico trentino non è preoccupato: «Non ci sono tensioni. Il Consiglio dei ministri troverà le giuste soluzioni. Lo stesso Tria ha riconosciuto che la riforma ha dei problemi ed è dunque migliorabile».
Andrea De Bertoldi (Fdi), segretario della commissione Finanze in Senato, afferma: «È necessario fare chiarezza: qual è la strada che intende percorrere il Governo sul processo di riforma delle banche di credito cooperativo per salvaguardare davvero lo spirito territoriale, cooperativo e mutualistico delle banche di settore? Tria non ha dato nel merito chiare indicazioni, anche se il Ministro ha recepito la proposta di Fratelli d’Italia di elevare la quota minima di capitale delle banche di credito cooperativo nelle capogruppo ad almeno il 60%. Ciò al fine di limitare il ricorso a capitali finanziari che potrebbero stravolgere la funzione mutualistica».