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«Scoraggiante metter piede in un Centro per l’impiego? Invito il ministro Di Maio a visitare il Veneto. Gli invierò il report appena pubblicato da Veneto Lavoro sull’attività dei 39 CPI veneti, ai quali si rivolgono ogni anno in media 140 mila persone. Di queste due terzi trovano occupazione nel giro di un anno». L’assessore al lavoro della Regione Veneto, Elena Donazzan, replica così al titolare delle deleghe per il lavoro e della riforma dei Centri per l’impiego che martedì [26 febbraio ndR], in una conferenza stampa, aveva affermato di poter «immaginare quanto sia scoraggiante dover andare in un centro per l’impiego. Se le Regioni vogliono una mano», aveva aggiunto, «noi siamo pronti con i navigator».
«Temo che il vicepremier Di Maio», prosegue Donazzan, «non abbia ascoltato abbastanza le Regioni. I Centri per l’impiego in Veneto non sono solo un luogo burocratico dove si firma la dichiarazione di disponibilità per accedere ai cosiddetti ‘ammortizzatori sociali’, ma sono soprattutto un’agenzia di servizi. I Centri per l’impiego, in rete con un sistema di Servizi per il lavoro pubblico-privato, oltre all’attività di intermediazione diretta, offrono orientamento specialistico, formazione, accompagnamento al lavoro, tirocini, attività che non sempre è possibile collegare direttamente all’ottenimento di un contratto di lavoro, ma che certamente possono aver aiutato chi ne ha usufruito a trovare un nuovo lavoro, anche autonomamente».
«A scoraggiare è piuttosto come il Ministero sta affrontando, o meglio non affrontando, con le Regioni il futuro dei Centri per l’impiego e il nodo dei ‘navigator», conclude Donazzan: «Ribadisco che tutti vogliamo far funzionare il reddito di cittadinanza, ma deve poter funzionare. E i 6.000 operatori, i cosiddetti navigator da assumere in tutta Italia secondo i desiderata del ministero, non saranno la soluzione. A pochi giorni dall’entrata in vigore del reddito di cittadinanza non sappiamo ancora chi sono e cosa faranno». «Sappiamo solo», aggiunge l’assessore veneto, «che non conosceranno il tessuto economico e le dinamiche locali, non avranno competenze specifiche per muoversi con rapidità tra le imprese e accompagnare le persone alla riqualificazione».
*L’Arena, 28 febbraio 2019