L’ex ministro del centro-sinistra Claudio De Vincenti lo ha addirittura esplicitato con un tweet: «All’assemblea Abi il ministro Tria ha nei fatti riconosciuto che la riforma delle banche fatta dai nostri governi ha prodotto risultati positivi per l’intero sistema-Paese». Ma al di là del punto individuato da De Vincenti tutta la mattinata di ieri è sembrata dipanarsi all’insegna di una sorta di continuità-Paese, come se il cambiamento e la rottura di continuità tra il governo in carica e quelli che lo hanno preceduto fossero stati messi, pur solamente per qualche ora, tra parentesi. Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, il governatore Ignazio Visco e il ministro dell’Economia Giovanni Tria hanno detto cose diverse tra loro, non hanno scattato la stessa istantanea del momento economico che attraversa l’Italia ma la presenza in sala del presidente Sergio Mattarella, calorosamente applaudito, è sembrata quasi essere una calamita, un invito a tracciare linee compatibili tra loro piuttosto che sottolineare rotture e asperità. E il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, pur non prendendo la parola è parso a suo agio in questo format. Per apprezzare la novità basta pensare che nella relazione del 2018 Patuelli aveva messo in guardia i presenti dal «rischio sudamericano» che il Paese stava correndo.
Al mutamento di clima, oltre l’azione del Colle, molto ha contribuito l’aver evitato la procedura di infrazione europea e aver visto scendere lo spread. Tria non poteva non esibire la sua soddisfazione, del resto ha dimostrato ai suoi vicepremier di non essere un «cacadubbi» ma anzi un «problem solver» e questo passaggio ne ha sicuramente rafforzato l’autorevolezza. Dentro il governo e dentro nella business community presente ieri all’assemblea dell’Abi. Poi nel merito dell’analisi delle politiche bancarie le differenze non sono mancate. A Patuelli che ha affermato come «le banche italiane hanno stupito il mondo per i positivi cambiamenti realizzati» con quello che ha definito «un multiplo salto mortale», ha fatto seguito Visco che non ha fatto sconti alle aziende bancarie affermando, prima, che «non hanno ancora avviato piani di investimento importanti nelle tecnologie più avanzate». E poi che la Banca d’Italia registra «segnali di irrigidimento delle condizioni di accesso al credito». Sulla congiuntura economica a Tria che vede addirittura «una crescita soddisfacente» ha fatto da contraltare anche questa volta Visco sottolineando l’andamento stagnante dell’economia reale. Ma, ripeto, le differenze di analisi sono rimaste dentro un metodo comune nel quale le azioni del governo, dei regolatori e dei soggetti di mercato tentano di seguire indirizzi non confliggenti tra loro.
Ma ci possiamo accontentare di questa pur positiva novità di metodo? Sicuramente no, abbiamo bisogno anche di novità di merito e gli imprenditori presenti ieri in qualche maniera lo reclamavano. Sappiamo tutti che dopo le ferie estive ci aspetta una nuova Via Crucis fatta di quotidiane dichiarazioni estemporanee dei leader più giovani, di prove di forza mediatiche con Bruxelles e di lodevoli tentativi di ricucitura da parte del ministro dell’Economia ma se davvero questo Paese è così resiliente premiamolo dandogli qualcosa di diverso.