In meno di vent’anni è diventato un colosso del franchising della moda accessibile e «made in Italy». Partita dalla Puglia, ora ha quasi 400 negozi in tutto il mondo, da Roma a Parigi, da Palma di Maiorca fino, a breve, a Teheran. È una storia in crescendo quella di Primadonna Collection, nata a Bitonto, in provincia di Bari, nel 2001, da un’idea dell’imprenditore Valerio Tatarella, che proviene da una famiglia con cinquant’anni di attività nel settore delle calzature. L’azienda è nata e cresciuta con l’obiettivo di coniugare prodotti glamour e di qualità, ma a prezzi accessibili, offrendo un’ampia varietà di scelta di calzature e una linea di accessori e abbigliamento.
Una delle scommesse vinte dall’azienda è quella del franchising: nel 2006 la società ha avviato il progetto, ampliando la propria rete di negozi. E, nonostante il servizio ecommerce nato lo scorso novembre stia crescendo a due cifre mese dopo mese, i negozi fisici restano ilcore business. L’azienda ha registrato una crescita di fatturato (114,6 milioni di euro è la stima per il 2018, contro i 113,2 complessivi del 2017) negli ultimi anni: «Abbiamo confermato nel 2018 le performance dell’anno precedente, con una crescita stimata dell’1,2% – commenta Tatarella –. La spinta retail, però, continua a essere forte, anche a seguito dell’acquisizione di alcuni dei migliori store dell’insegna Viamaestra in Italia».
Crescono anche i punti vendita, dai 373 del 2016 ai 397 dell’anno scorso, e i dipendenti, che dai 618 del 2016 sono oggi 770. Non è un caso che la società abbia intrapreso da tempo anche un percorso di sviluppo all’estero, implementando la distribuzione sul canale diretto e su quello in affiliazione: «Siamo in procinto di inaugurare, insieme a un partner di rilievo, il nostro primo store iraniano, all’interno dell’Iran Mall di Teheran – conclude l’amministratore unico –. A seguire debutteremo anche in Russia con il nuovo store al C.C. Golden Babylon, e in Germania, con il taglio del nastro di un punto vendita a Monaco, allo Shopping District Forum Schwanthalerhöhe». A oggi i mercati principali sono Italia, Spagna, Francia e Lussemburgo. Passo dopo passo, si può arrivare ancora più lontano.
*L’Economia, 11 marzo 2019