Oggi alle 10.30, in un’affollatissima Aula Magna del Palazzo Bo di Padova, si è tenuta la Cerimonia di assegnazione del Premio Galileo 2019, il premio letterario per la divulgazione scientifica, che ha visto passare al vaglio la cinquina di libri finalisti e dei rispettivi autori: Cristina Cattaneo, con “Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo” (Raffaello Cortina Editore, 2018); Roberto Defez, con “Scoperta. Come la ricerca scientifica può aiutare a cambiare l’Italia”(Codice Edizioni, 2018); Pietro Greco, con “Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile” (Carocci Editore, 2017); Sandra Savaglio, con “Tutto l’Universo per chi ha poco spazio-tempo” (Mondadori, 2018); e Peter Wadhams, con “Addio ai ghiacci. Rapporto dall’Artico” (Bollati Boringhieri, 2017).
Il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è stato assegnato a Cristina Cattaneo, che ha ottenuto 31 voti dalla giuria popolare, composta da 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia e dagli studenti di 10 classi delle scuole secondarie di secondo grado, cinque della provincia di Padova e altre cinque di altre province d’Italia. A seguire nelle preferenze dei giovani sono arrivati i libri di Peter Wadhams, con 24 voti, Roberto Defez, con 20 voti, Sandra Savaglio, con 12 voti, e Pietro Greco, con 3 voti.
Nel corso della cerimonia, condotta da Alessandra Viero, giornalista e conduttrice televisiva, è intervenuta la presidente della Giuria Scientifica, Elena Cattaneo, docente universitaria, farmacologa, biologa e senatrice a vita, che ha sottolineato l’importanza dei libri di divulgazione scientifica: «La scienza va raccontata e spiegata a chi sta fuori dai laboratori. Gli scienziati che condividono le loro scoperte non scrivono ma per sé ma per tutti noi».
Grande soddisfazione per l’andamento di questa edizione del Premio Galileo è stata espressa dall’assessore alla Cultura del Comune di Padova che ha sottolineato come «da quest’anno il Premio Galileo diventa la punta di diamante di un vasto programma di appuntamenti che coinvolge l’intera città, le sue istituzioni e i suoi enti scientifici e culturali: la Settimana della scienza e innovazione, che con decine di iniziative intende contribuire al dibattito sul futuro della ricerca e delle imprese. Il premio si è segnalato ancora una volta per l’alta qualità dei libri proposti e l’autorevolezza della giuria, che ringrazio per il suo importante lavoro. Grazie anche ai molti studenti che come in ogni edizione hanno portato con entusiasmo il loro apporto».
LA CINQUINA FINALISTA: AUTORI E OPERE
Cristina Cattaneo è professore ordinario di Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del LABANOF (Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense). È attualmente coinvolta nell’identificazione dei migranti morti in mare, in particolare nei naufragi di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e del 18 aprile 2015.
“Naufraghi senza volto. Dare un nome alle vittime del Mediterraneo” (Raffaello Cortina Editore, 2018). Il corpo di un ragazzo con in tasca un sacchetto di terra del suo paese, l’Eritrea; quello di un altro, proveniente dal Ghana, con addosso una tessera di donatore di sangue e una della biblioteca pubblica del suo villaggio; i resti di un bambino che vestono ancora un giubbotto la cui cucitura interna cela la pagella scolastica scritta in arabo e in francese. Sono i corpi delle vittime del Mediterraneo, morti su barconi fatiscenti nel tentativo di arrivare nel nostro Paese, che raccontano di come si può “morire di speranza”. A molte di queste vittime è stata negata anche l’identità. L’emergenza umanitaria di migranti che attraversano il Mediterraneo ha restituito alle spiagge europee decine di migliaia di cadaveri, oltre la metà dei quali non sono mai stati identificati. Questo libro racconta, attraverso il vissuto di un medico legale, il tentativo di un Paese di dare un nome a queste vittime dimenticate da tutti, e come questi corpi, più eloquenti dei vivi, testimonino la violenza e la disperazione del nostro tempo.
Roberto Defez. Ricercatore del CNR dal 1987, scrive per vari quotidiani sul rapporto tra scienza e politica. È autore di oltre 40 articoli peer review e del libro Il Caso Ogm (Carocci, 2014 e 2016), secondo classificato al premio Galileo.
“Scoperta. Come la ricerca scientifica può aiutare a cambiare l’Italia” (Codice Edizioni, 2018). La ricerca scientifica non è un lusso culturale, ma la più concreta opzione per dare un futuro al Paese e alle nuove generazioni, e per far tornare una parte del fiume di giovani che abbiamo formato in Italia e che possono lavorare solo all’estero. Genera occupazione qualificata, sviluppo imprenditoriale, innovazione di prodotto, ma serve anche alla sicurezza nazionale, alla tutela del territorio e dei beni culturali. Intorno si fanno strada l’antiscienza e la nostalgia di un passato durissimo e che in gran parte ignoriamo. Paghiamo il mancato rinnovamento vendendo le nostre aziende storiche. Eravamo i proprietari di piccoli ristoranti, poi ne siamo diventati i cuochi e ora semplici camerieri. Il metodo scientifico è il modo per risalire la china, per modernizzare il Paese, per compiere scelte non ideologiche in tutti i campi. Per premiare il merito e non il clan, per liberare energie e guidare il nostro futuro.
Pietro Greco. Giornalista scientifico e scrittore, collabora con numerosi giornali e riviste, è tra i conduttori di Radio3 Scienza e socio fondatore della Città della Scienza di Napoli. Collabora con diverse università. Si interessa di scienza, storia della scienza e dei rapporti tra scienza e società.
“Fisica per la pace. Tra scienza e impegno civile” (Carocci Editore, 2017). Allo scoppio della Prima guerra mondiale, AlbertEinstein, uno dei più grandi fisici di ogni tempo, scrive un appello aglieuropei per chiedere la pace con un progetto politico preciso: la nascita degliStati Uniti d’Europa. Nel corso dei decenni a venire sono molti i fisici che siimpegnano per la guerra ma altrettanti sono quelli che si impegnano a favoredella pace. Nel volume sono proposti nove esempi di questa speciale attività di“fisica per la pace”, tra i quali il Manifesto di Russell ed Einstein del 1955,l’organizzazione Pugwash per il disarmo nucleare, le Conferenze del gruppo dilavoro permanente per la Sicurezza internazionale ed il controllo degliarmamenti di Edoardo Amaldi. Il caso più famoso è il CERN di Ginevra, la prima“casa comune europea”, nata dopo la fine delle guerre mondiali. E il piùrecente è l’acceleratore SESAME in Giordania, forse l’unico luogo al mondo doveinsieme lavorano a un progetto comune israeliani, palestinesi, iraniani e tantialtri.
Sandra Savaglio. Astrofisica, insegna Astrofisica all’Università della Calabria. È Fellow e Senior Research Scientist allo European Southern Observatory di Monaco di Baviera, alla Johns Hopkins University e allo Space Telescope Science Institute di Baltimora. Nel 2004 la rivista americana “Time” l’ha messa in copertina quale simbolo della fuga dei cervelli europei verso gli Stati Uniti. Vanta quasi duecento pubblicazioni in riviste internazionali. Tutto l’universo per chi ha poco Spazio-Tempo è il suo primo libro divulgativo.
“Tutto l’Universo per chi ha poco spazio-tempo” (Mondadori, 2018).“Quello che state per leggere non è esattamente un libro di astronomia nel senso classico, intesa come la branca della scienza che osserva le stelle nel cielo: quanto sono brillanti, quanto sono vecchie, dove si trovano l’una rispetto all’altra, in quali costellazioni sono raggruppate… È invece un libro sull’universo – nel senso più pieno di insieme ‘tutto intero’ di ciò che esiste – dove le stelle sono solo una parte piccola,ma piccola davvero, del tutto. Un universo visto e interpretato attraverso le leggi della fisica. È un libro che racconta quello che sappiamo del mondo in cui viviamo e di quanto ci circonda, della sua origine e della sua storia, di come è arrivato a essere ciò che è oggi e di che cosa diventerà in futuro. Parlerò dei progressi fatti dalle nostre conoscenze, in particolare nell’ultimo secolo, dedicando buona parte di queste pagine ai risultati degli ultimissimi anni, se non di questi giorni. Ma non trascurerò di soffermarmi sulle cose che ancora non sappiamo, che sono sempre e comunque molte di più di quelle che conosciamo.”Tutto l’universo per chi ha poco spazio-tempo è l’eccezionale creazione editoriale di una delle menti che il mondo scientifico ci invidia. Sandra Savaglio è un’astrofisica di fama, ricerche e pubblicazioni internazionali, recentemente rientrata in Italia per insegnare all’Università della Calabria, che ha deciso di raccontare il suo sapere con un taglio divulgativo. In questo meraviglioso viaggio nell’infinito sopra di noi, fra buchi neri, stelle nane, onde gravitazionali e future missioni spaziali, riesce nell’impresa di sintetizzare tutto ciò che si sa e tutto ciò che non si sa del nostro meraviglioso universo, fino alle vertiginose domande che continuano, e continueranno, ad appassionare gli esseri umani davanti all’infinità del cosmo di cui siamo piccolissima parte.
Peter Wadhams. È uno dei massimi esperti a livello mondiale di ghiaccio marino e degli oceani polari. Ha diretto lo Scott Polar Research Institute di Cambridge dal 1987 al 1992 ed è stato docente di Fisica degli oceani e a capo del Polar Oceans Physics Group nel Dipartimento di Matematica applicata e Fisica teorica (DAMTP) dell’Università di Cambridge dal 1992 al 2015. Ha condotto oltre cinquanta spedizioni polari di ricerca sul campo, compresi sei viaggi in sottomarino al Polo Nord, e ha svolto la suaricerca da campi provvisori sul ghiaccio, aerei, elicotteri e con veicoli autonomi sottomarini telecomandati. Ha ricevuto finanziamenti per la sua ricerca dall’Unione Europea, dall’Office of Naval Research degli Stati Uniti, e da molte altre agenzie pubbliche e private. Ha ricevuto il Premio W.S. Bruce della Royal Society di Edimburgo, la Medaglia Polare da Sua Maestà la Regina Elisabetta II e il Premio Italgas per le Scienze Ambientali. Uno dei suoi incarichi recenti è quello di docente dell’Università Politecnica delle Marche,ad Ancona. Ha trascorso periodi come docente negli Stati Uniti, in Giappone e in Francia. È membro della Royal Geographical Society, dell’Accademia Finnica e dell’Arctic Institute of North America.
“Addio ai ghiacci. Rapporto dall’Artico” (Bollati Boringhieri, 2017). Nel 1970, solo quarantasette anni fa, Peter Wadhams era a bordo della nave oceanografica canadese Hudson, la prima in assoluto a circumnavigare il Continente americano. Al momento di affrontare il mitico «Passaggio a Nordovest» – il braccio di mare che si estende tra l’Alaska e la Groenlandia, a Nord del Canada, a lungo sognato dagli armatori per abbreviare le rotte verso la California – alla prua della nave si presentò il paesaggio polare più ostile, col mare coperto da uno spesso strato di ghiaccio pluristratificato. A metà percorso la nave dovette essere soccorsa da un potente rompighiaccio.Quello della Hudson fu il decimo Passaggio a Nordovest di sempre (il primo, di Amundsen, era durato ben tre anni). Oggi, 2017, il Passaggio a Nordovest è una rotta commerciale comune: in estate è un ampio braccio di mare totalmente sgombro, solcato da centinaia di navi mercantili senza alcuna difficoltà. Il Polo si sta sciogliendo. Lo scrivono i giornali e lo rimarcano persino gli artisti, nel tentativo di sensibilizzare l’opinione pubblica. Gli scienziati più ottimisti ipotizzano che il Polo Nord terrestre potrebbe essere totalmente privo di ghiacci (per la prima volta da 10 000 anni) verso la metà di questo secolo. Peter Wadhams, che è il principale esperto mondiale di ghiaccio marino,sostiene in questo libro che la stima è decisamente ottimistica. Lo scioglimento dei ghiacci è andato aumentando drammaticamente negli ultimi trent’anni. I ghiacci del Polo sono la cartina tornasole dello stato di salute del clima del pianeta e tanto più diminuiscono, tanto meno calore viene riflesso verso lo spazio dal loro candore, peggiorando ulteriormente la situazione globale in un circolo vizioso. L’accelerazione del fenomeno (non la velocità, si badi bene, l’accelerazione) è impressionante, dati alla mano, e le autorità politiche non hanno ancora realizzato l’enorme pericolo che stiamo affrontando.
LA GIURIA
La Giuria scientifica che ha selezionato la cinquina di libri finalisti è presieduta quest’anno da Elena Cattaneo, docente universitaria, farmacologa, biologa e senatrice a vita, tra le principali scienziate impegnate nella ricerca sulle cellule staminali e la malattia di Hungtinton, con oltre cento pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali. A lei si affiancano cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica e rappresentanti dei principali gruppi editoriali italiani – Gabriele Beccaria,giornalista de La Stampa e responsabile dell’inserto Tutto Scienze; Elena Dusi, giornalista de La Repubblica; Anna Meldolesi, giornalista e saggista del Corriere della Sera e Le Scienze e tra i finalisti dell’edizione 2018 del Premio Galileo con il libro “E l’uomo creò l’uomo. CRISPR e la rivoluzione dell’editing genomico” (Bollati Boringhieri, 2017); Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, il quotidiano scientifico di Rai Radio 3; Luca De Biase, giornalista de Il Sole 24 Ore e fondatore della sezione Nòva dedicata all’innovazione; – e cinque docenti universitari in grado di rappresentare la comunità scientifica dell’Ateneo patavino: Giovanna Capizzi, professoressa associata del Dipartimento di Scienze Statistiche; Rodolfo Costa, professore ordinario di Genetica; Piero Martin, professore di fisica sperimentale al Dipartimento di Fisica e Astronomia “G.Galilei”, e tra i finalisti del Premio Galileo 2018 insieme ad Alessandra Viola con Trash. Tutto quello che dovreste sapere sui rifiuti (Codice Edizioni, 2017); Giulia Treu, professoressa associata presso il Dipartimento di Matematica “Tullio Levi Civita” Maria Elena Valcher, professoressa ordinaria di Automatica del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione.
La giuria popolare che ha decretato il vincitore della tredicesima edizione del Premio è composta da 100 studenti universitari provenienti da tutta Italia e dagli studenti di cinque classi delle scuole secondarie di secondo grado della provincia di Padova ealtre cinque di altre province d’Italia (Brescia, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria).
IL PREMIO LETTERARIO GALILEO PER LA DIVULGAZIONE SCIENTIFICA
Agli inizi del Seicento, quando insegnava all’Università di Padova, Galileo Galilei puntò per la prima volta un cannocchiale verso il cielo. Questo gesto provocò una rivoluzione nell’astronomia e diede avvio alla scienza moderna. Da quel primato cittadino nelle scienze è nato il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, rivolto soprattutto ai giovani,che ne sono i veri protagonisti. Il Premio, promosso dal Comune di Padova-Assessorato alla Cultura, seleziona da tredici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in Italia nel biennio precedente. Nelle scorse edizioni si sono succeduti come presidenti della Giuria Umberto Veronesi, Carlo Rubbia, Margherita Hack, Paolo Rossi, Mario Tozzi, Piergiorgio Odifreddi, Paco Lanciano, Nicoletta Maraschio, Vittorino Andreoli, Paolo Crepet, Dario Bressanini, Sandra Savaglio.
Qui di seguito i vincitori delle precedenti edizioni del Premio:
2007 / Francesco e Luigi Luca Cavalli Sforza, Perché la Scienza?
2008 / Andrea Frova, Se l’uomo avesse le ali
2009 / Nicola Armaroli e Vincenzo Balzani, Energia per l’astronave terra
2010 / Rino Ruppoli e Lisa Vozza, I vaccini dell’era globale
2011 / Piergiogio Odifreddi, C’è spazio per tutti. Il grande racconto della geometria
2012 / Alex Bellos, Il meraviglioso mondo dei numeri
2013 / Sergio Pistoi, Il DNA incontra Facebook. Viaggio nel supermarket della genetica
2014 / Frans de Waal, Il bonobo e l’ateo. In cerca di umanità fra i primati
2015 / Carlo Rovelli, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose
2016 / Paolo Gallina, L’anima delle macchine. Tecnodestino, dipendenza tecnologica e uomo virtuale
2017 / Guido Tonelli, La nascita imperfetta delle cose
2018 / Stefano Mancuso, Plant revolution. Le piante hanno già inventato il nostro futuro