Scienza che parla con semplicità, senza rinnegare la complessità, che conosce il passato ma guarda al futuro e che non teme il fallimento perché è una tappa della vita. Su questo filone poliedrico e determinato la giuria del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica ha selezionato i cinque finalisti: “Il giro del mondo in sei milioni di anni” (Il Mulino) di Guido Barbujani e Andrea Brunelli; “Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori” (Codice Edizioni) di Francesca Buoninconti; “La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse” (Marsilio Editori) di Giulio Cossu; “Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso” (Codice Edizioni) di Anna D’Errico e “Cybercrime. Attacchi globali, conseguenze locali” (Hoepli) di Carola Frediani.
A palazzo Moroni, in sala Paladin, la Giuria ha ingaggiato un confronto serrato, che ha creato una magia letteraria fatta di reciproche influenze e legami. A presiedere la quattordicesima edizione del Premio il pioniere dell’immunologia, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University Alberto Mantovani.
A dare il loro contributo altri 10 giurati: Gabriele Beccaria, firma della Stampa e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute; Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza di Rai Radio 3; Giovanni Caprara, editorialista scientifico del Corriere della Sera; Barbara Carfagna, giornalista Rai; Silvia Bencivelli, giornalista, conduttrice radiofonica e televisiva; e i docenti dell’Ateneo di Padova Maurizio Borin, (Agronomia); Marco Ferrante, (Calcolo delle Probabilità); Maria Maddalena Parlati (Letteratura Inglese); Maria Berica Rasotto, (Anatomia Comparata) e Flavio Seno, (Fisica Teorica della Materia).
Le cinque opere saranno ora esaminate congiuntamente dalla Giuria Scientifica e dalla Giuria esterna, composta da studenti universitari di tutta Italia e da dieci scuole superiori. E saranno proprio gli “studenti giurati” a decretare con il proprio voto l’opera vincitrice del Premio.
«Lo scopo di uno scienziato è comunicare nel modo più semplice e comprensibile possibile, per una migliore cultura scientifica condivisa» ha commentato Mantovani . «In questa cinquina c’è una sorta di tessitura a incrocio che parla di scienza con rigore, ma anche degli impatti sociali e politici: Barbujani ci ricorda da dove veniamo; Buoninconti che non siamo soli; D’Errico che tutto di noi ha valore; Cossu, straordinario scienziato, che possiamo fallire ma dobbiamo sempre conservare grandi ambizioni e la Frediani ci consegna un manuale di sopravvivenza digitale».
Per l’assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio, «Il successo del Premio Galileo è anche la grande partecipazione delle case editrici: in 40 hanno candidato una propria pubblicazione. Oggi è il più importante premio italiano per la divulgazione scientifica».
Due le novità di questa edizione: il tour dei libri finalisti da gennaio a marzo (a Milano, Torino, Trento e Padova), e il concorso “Fake troppo fake! Racconti (corretti) di scienza” per le scuole. Cerimonia finale l’8 maggio in Aula Magna al Bo; il giorno prima gli autori finalisti presenteranno al pubblico le opere.
*Il Mattino di Padova, 3 dicembre 2019