Il Premio letterario Galileo parte in tour: giunto alla sua XIV edizione, per la prima volta dalla sua istituzione il Premio che seleziona i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in Italia esce da Padova, sua città natale, per uno speciale tour di presentazione. Gli autori finalisti dell’edizione 2020 avranno così l’occasione di presentare le cinque opere in concorso opere in quattro diverse città italiane all’interno di luoghi iconici del patrimonio culturale del nostro Paese.
Dopo la prima tappa milanese del tour, il secondo appuntamento sarà a Torino, venerdì 7 febbraio, alle ore 18 presso la Fondazione Circolo dei Lettori (Via G. Bogino, 9). Dopo i saluti istituzionali di Andrea Colasio, assessore alla Cultura del Comune di Padova, la parola passerà agli autori finalisti: Andrea Brunelli, co-autore de Il giro del mondo in sei milioni di anni (il Mulino, 2018), Francesca Buoninconti, autore di Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori (Codice Edizioni, 2019), Giulio Cossu, autore de La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse (Marsilio Editori, 2018), Anna D’Errico, autore de Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso (Codice Edizioni, 2019), e Carola Frediani, autore di Cybercrime. Attacchi globali, conseguenze locali (Hoepli, 2019). L’incontro sarà condotto da Gabriele Beccaria, giornalista de La Stampa e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute, nonché membro della Giuria scientifica del Premio.
Il terzo appuntamento del tour di presentazione si terrà a Trento, il 28 febbraio alle 21, nell’ambito della Green Week-Festival della Green Economy. Infine, il tour si concluderà a Padova, il 28 marzo alle ore 11. Ciascun appuntamento sarà moderato da un giornalista della Giuria Scientifica.
I cinque libri finalisti
Nel libro Il giro del mondo in sei milioni di anni (Il Mulino, 2018) di Guido Barbujani e Andrea Brunelli il protagonista è Esumim. Non si sa quanti anni abbia esattamente: ne dichiara circa sei milioni. A volergli credere avrebbe partecipato a tutte le grandi migrazioni dell’umanità, fin da quando avevamo un cervellino grande come quello degli scimpanzé. «Ci siamo divertiti» – ripete sempre – «non si stava mai fermi!». Esumim è l’immaginario testimone di un viaggio che ha inizio molti milioni di anni fa, il cui primo passo – quello di scendere dagli alberi – ha dato l’avvio alla lunga catena di migrazioni attraverso la quale i nostri antenati hanno colonizzato il pianeta. Quante umanità diverse – dagli Australopitechi a Neanderthal a Sapiens – si sono succedute e incrociate sulla Terra? Quali percorsi hanno seguito, dalla loro prima uscita dall’Africa fino alla diffusione in tutto il pianeta? Come si sono influenzate e mescolate fra loro, e cosa possiamo capire oggi di tutto questo studiando il loro Dna? Una vicenda intricata, in cui la genetica ci guida nella ricostruzione di una colossale diaspora mai conclusa, che ci porta ancora oggi a spostarci e a incontrarci, a essere tutti dappertutto.
Nel libro Senza confini. Le straordinarie storie degli animali migratori (Codice Edizioni, 2019) Francesca Buoninconti racconta invece come il nostro pianeta sia attraversato da miliardi di animali in viaggio. Piccoli o grandi, da soli o in gruppo, percorrono decine di migliaia di chilometri in volo, in marcia o a nuoto, affrontando difficoltà e pericoli, su percorsi infidi che spesso costano loro la vita. Migrano i giganti del mondo, le balene; migrano alcune delle creature più leggiadre, le farfalle; e ancora uccelli, mammiferi terrestri e volatori, pesci, anfibi, rettili, insetti di ogni tipo e altri invertebrati, come gli insospettabili granchi. Durante questo viaggio molti subiscono trasformazioni incredibili, altri sono puntuali come orologi svizzeri, altri ancora coprono distanze equivalenti a tre volte il viaggio di andata e ritorno dalla Luna. Ma come fanno a raggiungere la loro destinazione? Come si orientano e come riescono a tornare ogni anno esattamente nel luogo in cui sono nati? Soprattutto, perché migrano?
Nel libro La trama della vita. La scienza della longevità e la cura dell’incurabile tra ricerca e false promesse (Marsilio, 2018), Giulio Cossu si chiede: «Quando vivevo in Italia, non di rado mi capitava che la gente mi chiedesse: professore, quando pensa che le cellule staminali arriveranno realmente a curare le persone? Pazientemente, tutte le volte, rispondevo che da circa mezzo secolo le staminali sono in clinica e hanno salvato migliaia di vite umane». A partire dalle ultime frontiere al centro delle cronache (terapia genica e genome editing, medicina personalizzata, organoidi), attraverso una serie di esempi e casi inediti, l’autore racconta, ripercorrendo la sua quarantennale esperienza di scienziato internazionale, l’evoluzione e la storia delle scoperte più importanti nel campo della medicina rigenerativa. Sfatando non pochi miti e mettendo in crisi convinzioni ideologiche (soprattutto riguardo all’impiego delle cellule staminali), il libro affronta i tanti temi di natura etica ed economica (è giusto “distrarre” fondi per curare malattie rare che colpiscono pochi individui invece che destinarli a salvare migliaia di bambini “colpevoli” soltanto di essere nati dalla parte sbagliata del mondo? Come impattano sui sistemi di welfare tecniche di questo tipo? Vince il costo ingente sul breve periodo o forse è più importante valutare il risparmio che produrranno sul lungo termine?) e che hanno a che fare con la nostra consapevolezza dei temi scientifici e la scarsa cultura in questo settore, alla base della facilità con cui crediamo agli imbonitori e siamo pronti a mettere in discussione certezze ormai consolidate (come l’utilità dei vaccini)
Il libro Il senso perfetto. Mai sottovalutare il naso (Codice Edizioni, 2019) riflette quanto sia importante, e allo stesso tempo sottovalutato, il senso dell’olfatto. Il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti da anni lavora a un’arma offensiva (e non letale) a base di odori capaci di creare il panico. Nel 2018 la Global Industry Analysts ha stimato in 45 miliardi di dollari il giro d’affari annuale dell’industria dei profumi. Insomma, quello che ruota attorno al nostro naso, a quanto pare, è una cosa seria. Ma come funziona questo nostro senso così raffinato e complesso e al tempo stesso istintivo ed emozionale? Tra ricerca scientifica e tante curiosità, Anna D’Errico ci accompagna in un viaggio alla scoperta dei talenti del naso umano, descrivendo qualità poco note e sfatando alcuni miti, come l’idea che l’uomo abbia un olfatto poco sviluppato.
Infine, in Cybercrime. Attacchi globali, conseguenze locali (Hoepli, 2019) Carola Frediani riflette come da anni si parli di cybercrimine, ma per quanto il fenomeno sia di volta in volta sottovalutato, sopravvalutato, minimizzato, esagerato o deformato, questo resti sempre qualcosa di astratto. Puntini incomprensibili su una mappa, termini arcani, narrazioni parziali e frammentarie, conseguenze vaghe e lontane. In questo libro invece si seguono in dettaglio alcune storie, si entra dentro la dinamica degli attacchi, l’impatto sulle vittime, le ramificazioni sociali, economiche, legali e perfino geopolitiche di singoli episodi. Tra ospedali in tilt, politici presi di mira, consulenti rovinati, caotici mercati neri e criminali allo sbaraglio.
La Giuria del Premio Galileo 2020
La Giuria scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 2 dicembre ha selezionato i cinque volumi finalisti, è presieduta quest’anno da Alberto Mantovani, immunologo, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. In passato ha lavorato in Inghilterra e negli Stati Uniti ed è stato a capo del Dipartimento di immunologia dell’Istituto Mario Negri di Milano. Ha contributo al progresso delle conoscenze nel settore immunologico, sia formulando nuovi paradigmi, sia identificando nuove molecole e funzioni. Le analisi bibliometriche lo indicano come il ricercatore italiano attivo in Italia più citato nella letteratura scientifica internazionale, e come uno dei 10 immunologi più citati a livello internazionale. Per la sua attività di ricerca ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali, tra cui il prestigioso premio Pezcoller-AACR assegnatogli nel maggio 2019 dall’American Association for Cancer Research “per gli straordinari risultati nella ricerca sul cancro”, nel 2018 il Prize for Excellence in Medicine (American-Italian Cancer Foundation) e, nel 2016, il Premio Europeo di Oncologia dall’Organizzazione degli Istituti Europei del Cancro (OECI) e il Robert Koch Award per l’impatto trasversale sulla Medicina delle sue scoperte in ambito immunologico.
A lui si affiancano cinque autorevoli giornalisti specialisti della divulgazione scientifica – Gabriele Beccaria, firma de La Stampa e responsabile degli inserti Tuttoscienze e Tuttosalute, Rossella Panarese, autrice e conduttrice di Radio3Scienza, il quotidiano scientifico di Rai Radio 3, Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico del Corriere della Sera, Barbara Carfagna, giornalista RAI, e Silvia Bencivelli, giornalista, saggista, conduttrice radiofonica e televisiva – e cinque docenti universitari in grado di rappresentare la comunità scientifica dell’Ateneo di Padova: Maurizio Borin, docente di Agronomia, Marco Ferrante, docente di Calcolo delle Probabilità, Maria Maddalena Parlati, docente di Letteratura Inglese, Maria Berica Rasotto, docente di Anatomia Comparata, e Flavio Seno, docente di Fisica Teorica della Materia.
Alla Giuria scientifica si affianca la Giuria esterna, composta da studenti universitari di tutta Italia che si sono candidati come giurati e dalle 10 scuole secondarie di secondo grado selezionate per la fase finale del Concorso Scuole, una novità di quest’anno istituita dal Comune di Padova con l’obiettivo di stimolare i giovani studenti di tutta la Penisola sul tema della corretta informazione scientifica. E saranno proprio gli “studenti giurati” a decretare con il proprio voto l’opera vincitrice del Premio.
La cerimonia di consegna del Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica si terrà venerdì 8 maggio, presso l’Aula Magna del Palazzo del Bo, Università di Padova.