Un cartello fuori da un garage, due lettere e una scritta: PM-Preparazioni meccaniche. «La prima officina era proprio sotto casa – ricorda Cinzia Vandelli –, la casa che il nonno muratore costruì per noi». A Marano sul Panaro, nella Motor Valley emiliana, il padre di Cinzia, Pietro, aveva messo in piedi con due soci la PM, azienda di lavorazioni meccaniche in conto terzi. «Erano un fresatore, un tornitore e mio papà, che, avendo una minore preparazione tecnica, disse agli altri: “Beh, io andrò a cercare i clienti” – prosegue Cinzia, ingegnere, 47 anni, oggi responsabile acquisti di un’impresa che ha clienti come Ducati o Daimler e un fatturato di 37 milioni di euro –. Si mise a “battere” la provincia di Modena, poi la fiera meccanica di Parma. E i clienti arrivarono».
Da un garage, l’azienda di Pietro e dei soci (uno dei quali scomparso in un incidente stradale), oggi ha raggiunto i 130 dipendenti e quattro stabilimenti, uno in consegna nel 2019, e ha ampliato la lista dei clienti, degli ambiti e della produzione: dalle scatole per motori e cambio, l’impresa modenese ha virato sulla meccanica di altissima precisione su larga scala, applicata non solo nell’automotive ma anche nella nautica, nell’oleodinamica o nella robotica.
Nel frattempo Cinzia ha avuto modo di «scappare» in Inghilterra, prendere un master in ingegneria biomedicale e decidere di tornare. «Perché prima di entrare in azienda volevo vedere il mondo. Ma già immaginavo che sarei tornata. Oggi mi piace dire che siamo rimasti un’impresa artigianale – dice Cinzia – anche perché lavorare con “big” come Ducati ti impegna costantemente, i loro progetti sono complessi, cambiano in corsa, e sono molto esigenti». I “big” oggi sono dieci e quelli internazionali sono arrivati nei primi anni Duemila: da Parker ai tedeschi di Mercedes Amg. «Lavoriamo al 60% con aziende tedesche, la Svezia è cresciuta tanto: siamo partiti dal 3% e arriveremo al 12% quest’anno – interviene Pietro, oggi presidente e amministratore delegato dell’azienda, rimasta per l’87% dei soci fondatori –. Il resto lo abbiamo diviso tra i collaboratori storici».
Gli stabilimenti sono automatizzati e costantemente aggiornati: «Gli investimenti, il 10% circa del fatturato annuo, sono concentrati soprattutto sull’innovazione degli impianti», sottolinea il signor Pietro. Che, da bravo padre fondatore, in azienda va ancora tutti i giorni. «Tranne quando è tempo di funghi – scherza Cinzia –. Per tutti, anche per gli ultimi assunti, è il leader riconosciuto. Per le decisioni importanti c’è sempre, il resto lo ha delegato. Perché sa, da noi le persone sono responsabilizzate al 100%. E così danno il meglio. Sono loro il nostro segreto».
*L’Economia, 30 aprile 2018