Col senno del poi quell’emendamento prima inserito e poi cancellato nel decreto Milleproroghe poteva risultare ora molto utile. Prevedeva il rifinanziamento del fondo di solidarietà del trasporto aereo che serve a gestire le crisi del comparto. Il governo, alla fine dell’anno, non ritenne necessario inserire altre risorse perché alle prese con i difficili equilibrismi di finanza pubblica. Quel fondo gestito dall’Inps avrebbe ora in cassa meno di 500 milioni senza aver incorporato il conto sociale di Air Italy e nemmeno gli esuberi strutturali che potrebbero arrivare dal possibile spezzatino di Alitalia. Sembra profetico l’allarme lanciato dai sindacati, Fit Cisl in testa, che avevano posto l’accento sulle crisi «che potrebbero aprirsi nel 2020».
Ieri i rappresentanti dei lavoratori di Air Italy sono piombati nell’angoscia dopo l’incontro con il liquidatore Maurizio Lagro (non era presente Enrico Laghi ma i due sono in stretto contatto) quando è stato spiegato loro che la procedura di liquidazione di una compagnia prevede soltanto l’erogazione della Naspi, che per legge copre fino a due anni di stipendio. Non sarebbe possibile alcun ricorso alla cassa integrazione. La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha pensato subito di correggere il tiro scrivendo ai liquidatori per «formalizzare l’urgente richiesta di cambio della procedura». Costringendo la società a smentire l’avvio delle lettere di licenziamento per 1.450 lavoratori (che possono arrivare entro 75 giorni come prevede il codice di procedura civile) impegnandosi «ad esplorare la strada della cessione del ramo d’azienda per cercare di salvaguardare i lavoratori». È chiaro che la vicenda Air Italy — deflagrata come un fulmine a ciel sereno per le divergenze tra i due soci, l’Aga Khan e Qatar Airways, sulla necessità di ricapitalizzare — sta complicando i piani del governo che sperava di dover gestire soltanto il rebus Alitalia riportando al tavolo Ferrovie dello Stato. De Micheli ha fissato per giovedì 20 un incontro con i sindacati. La regione Sardegna studia la possibilità di ingresso in Air Italy, ma un suo coinvolgimento dipende dall’incontro che il governatore Christian Solinas dovrebbe avere nei prossimi giorni con Akbar Al Baker, amministratore delegato di Qatar Airways. Da Doha non nascondono l’irritazione per come si è conclusa questa vicenda e sottolineano il danno alla reputazione internazionale. La Regione chiarisce — attraverso Solinas — che la Sardegna ha bisogno di avere una compagnia aerea che ne garantisca i collegamenti, dato che la continuità territoriale del vettore su Olbia è garantita fino al 16 aprile. L’ingresso in Air Italy potrebbe avvenire attraverso Sfirs, l’intermediaria finanziaria regionale, ma non è chiaro a quali fondi possa attingere per finanziare il turnaround. Sullo sfondo si starebbe muovendo Germán Efromovich, ex presidente di Avianca che da tempo cerca di tornare a investire in una compagnia aerea (prima Alitalia poi l’indiana Jet Airways). L’imprenditore potrebbe scendere in campo proponendo di rilevare tutta l’azienda.
Intanto l’Ente nazionale per l’aviazione civile ha chiesto ad Air Italy «di fornire ai passeggeri informazioni chiare, puntuali e gratuite» dopo diverse «segnalazioni sia sulle difficoltà ad avere informazioni precise, sia sul costo del numero telefonico messo a disposizione dalla compagnia». L’Enac informa di aver già preso contatti direttamente con i liquidatori.