Luigi Di Maio ieri ha rassicurato gli osservatori che seguono dall’estero le prove di alleanza fra M5S e Lega, e il suo messaggio non è sfuggito. «Questo governo non è una minaccia per l’Europa», ha detto il capo politico dei 5 Stelle. Resta un aspetto che anche per Di Maio sarebbe stato prematuro chiarire: di cosa stanno parlando quelle due forze. Gli esperti di 5 Stelle e Lega lavorano su una serie di capitoli dei quali per adesso trapelano solo i titoli. Tra questi, accanto alla «flat tax», il più ermetico: «Studio sui minibot», si legge nella nota diffusa giovedì dai due gruppi. Si tratta di una proposta, avanzata dalla Lega, di emettere titoli di Stato in tagli piccolissimi che si diffondano tra la popolazione e diventino simili a banconote, strumenti di pagamento paralleli all’euro.
Sembra di averla già sentita, questa proposta. A qualcosa di simile aveva pensato Yanis Varoufakis a pochi giorni dal referendum sul programma della troika, quello che finì per portare al suo licenziamento dal posto di ministro delle Finanze greco. Per l’appunto fu il Corriere della Sera a rivelare l’esistenza di quel piano «segreto» (2 luglio 2015). Emettere «minibot», titoli di Stato in piccolissimi tagli che i cittadini si possano scambiare, equivale di fatto a cercare di creare una moneta parallela all’euro. Può funzionare? Sul piano giuridico no, perché in Italia e in altri 18 Paesi la Banca centrale europea ha il monopolio di emissione della moneta; qualunque tentativo di sovrapporsi alla Bce metterebbe l’Italia in una rotta di collisione istituzionale con il resto d’Europa.
Ma sul piano pratico? Emettere «minibot» equivale a produrre debito pubblico in più, magari per finanziare certe promesse elettorali. A quel punto le agenzie di rating, che giudicano la capacità dell’Italia di onorare i propri impegni, dovrebbero tenere conto che questi ultimi sono diventati più onerosi. Declassamenti del giudizio di solvibilità seguirebbero inevitabilmente. A quel punto il valore dei «minibot» (e di tutto il debito) scenderebbe e gli italiani farebbero di tutto per non farsi pagare in quella «moneta» votata alla svalutazione, che una volta partita non può che accelerare. All’estero poi non vorrebbero neanche vedere «banconote» simili: non si paga il gas russo in «minibot». Con un dettaglio in più: una serie di declassamenti del rating porterebbero il debito dell’Italia a un livello — già oggi non lontano — al quale la Bce può fornire liquidità alle banche solo se il Paese accetta un programma della troika. Dunque studiare i «minibot» ha senso, sì. Ma solo per concludere che è meglio riporre l’idea nel cassetto. Chiusa bene.