La Borsa promuove il potenziale asse Fca-Psa. Il titolo del gruppo automobilistico ha chiuso ieri in rialzo del 5% a 13,38 euro dopo le ipotesi di un interesse da parte del gruppo francese per la società italo-americana. A rilanciare il progetto, già sul tavolo degli operatori da tempo, sono state le dichiarazioni fatte da Robert Peugeot a Les Echos che ha aperto alla possibilità di nuove operazioni straordinarie da parte della controllata. La società automobilistica transalpina fa capo alla dinastia dei Peugeot che da tempo, attraverso le finanziarie di famiglia Ffp e Epf, detengono una quota del 12,2% del capitale. «Abbiamo sostenuto il progetto Opel sin dall’inizio. Se un’altra occasione si presenterà, non freneremo. E Carlo Tavares (il ceo di Peugeot, ndr) lo sa», ha dichiarato l’azionista al giornale economico francese. Sull’ipotesi, in particolare, di un dossier allo studio che coinvolga la compagnia guidata da Mike Manley, Peugeot non ha escluso a priori nessuna opzione, anzi ha rilanciato: «Con loro, come con altri, i pianeti potrebbero allinearsi». Anche se, ha chiarito, «niente al momento è sul tavolo». Da tempo, sul mercato si vocifera di un interesse del gruppo transalpino per Fca, anche se nel mirino ci sono pure Land Rover, Jaguar e General Motors. Tanto che nelle scorse settimane, al Salone di Ginevra, lo stesso Tavares aveva confermato che la casa stava studiando eventuali opportunità di alleanze o fusioni con altri costruttori e non aveva scartato l’ipotesi di un’acquisizione di Fca. «Tutto è aperto – aveva detto – se si guadagnano soldi si può rimanere padroni del proprio destino e si può sognare qualsiasi cosa». Il manager aveva comunque precisato che Psa non è alla ricerca spasmodica di un partner, anche se diversi advisor sarebbero già al lavoro sul dossier. Resta da capire in che termini potrebbe svilupparsi un’alleanza tra i due operatori. In proposito ci sono due scuole di pensiero, se da un lato le nozze potrebbero essere limitate al solo marchio Fiat dall’altro c’è chi punta forte su un’intesa che coinvolga l’intero perimetro del gruppo con una conseguente diluizione della famiglia Agnelli, oggi primo socio di Fca attraverso Exor con il 28,98%. In entrambi i casi ad ogni modo gli esperti del settore vedono spazi per creare sinergie positive in un momento in cui, peraltro, la sfida dell’elettrico e il momento di trasformazione dell’intera industria dell’auto richiedono massicci investimenti. In particolare, gli analisti di Socgen sottolineano che l’acquisizione di Fca consentirebbe a Psa di accelerare il ritorno sul mercato americano sul quale il gruppo si propone di rientrare nei prossimi anni. Lo stato francese, sempre secondo la banca d’affari, forte di un 12% del capitale potrebbe inoltre schierarsi a favore della creazione di un altro «campione globale a fianco di Renault-Nissan-Mitsubishi». Lo stesso ceo Tavares, fanno notare gli analisti, è interessato al posizionamento di Fca nell’area Nafta e questo sposerebbe le sue ambizioni di trasformare Psa in player globale. Per giunta, sommando i 4,7 milioni di vetture vendute da Fca nel 2018 con i 3,9 milioni di Psa si verrebbe a creare un gruppo da 8,5 milioni di auto l’anno, a un passo dai 10 milioni di Volkswagen, Renault-Nissan-Mitsubishi e Toyota. Inoltre Psa potrebbe mettere a disposizione di Fca la tecnologia di cui ha bisogno per rispettare gli standard europei 2020/2021 in tema di emissioni Co2.