La parola d’ordine è crescita di tutte le aziende che fanno capo alla famiglia Benetton. A parlare per Edizione è Marco Patuano, che insieme a Fabio Cerchiai da gennaio 2017 è ai vertici della holding. «All’unisono con il presidente Cerchiai e con la famiglia Benetton – dice l’amministratore delegato di Edizione – abbiamo condiviso scelte importanti, e siamo pronti a nuove sfide».
Dopo l’Opa su Abertis, cosa può fare Edizione per Atlantia?
«Dal 2016 il cda di Atlantia ha deciso di sostenere la crescita internazionale del gruppo. L’occasione si è presentata con Abertis, che mostrava tutte le caratteristiche che hanno le aziende di cui siamo investitori: un management solido e un’attività con buone prospettive di crescita, complementare e sinergica a quella di Atlantia, sia in Europa sia in Sudamerica. Edizione, quale socio di riferimento ha fatto quello che fa sempre, ovvero l’investitore di lungo periodo attivo e a supporto dei piani di crescita del management».
Come accompagnerete la prossima fase di crescita?
«Atlantia da colosso nazionale è diventato il leader mondiale delle autostrade e degli aeroporti. Il passo ulteriore sarà quello di trasformarsi in una holding di infrastrutture. Credo che il nostro ruolo di azionisti sia quello di sostenere il management in questo percorso».
Per la strada verso Abertis, siete diventati soci di Hochtief, perché questa deviazione nelle costruzioni?
«Hochtief più che un gruppo di costruzioni è un gruppo d’ingegneria, che opera prevalentemente in quattro aree per noi strategiche come Australia, Germania, Canada e Stati Uniti, tutti paesi dove è più facile entrare attraverso uno dei tanti progetti greenfield, e che potrebbero agevolare lo sviluppo di Atlantia e Abertis».
E perché avete rilevato Cellnex, per la quale siete in attesa del via libera Ue?
«Come Atlantia intercetta un trend mondiale quale la crescita della mobilità delle popolazioni, lo stesso fa Cellnex che offre servizi per le telecomunicazioni in mobilità. Anche in Cellnex ci sono le caratteristiche che cerchiamo, un management solido, un business con interessanti prospettive a medio termine. Dato che è in atto un processo di consolidamento di tutto il settore, vogliamo sostenere il management di Cellnex per crescere anche per linee esterne».
E siete aperti a nuovi soci ?
«Cerchiamo per le torri un partner di minoranza che condivida la nostra filosofia di investitore attivo di lungo periodo come e successo in Autostrade per l’Italia con Silk Road e Allianz. Potrebbe essere un fondo sovrano, un fondo pensione o un gruppo assicurativo internazionale».
E perché avete triplicato la vostra quota in Generali?
«Generali ancora una volta ha tutte le caratteristiche dei nostri investimenti, un gruppo internazionale, con un buon management, un interessante ritorno in termini di dividendi, e secondo le nostre analisi e l’esperienza di Cerchiai nel settore, anche buone prospettive di crescita. In quest’ottica siamo molto interessati al nuovo piano industriale».
Autogrill si è divisa in tre per accelerare sulla crescita e ora?
«La ristorazione è un settore che ci piace molto, e Autogrill è pronta a cavalcare anche per linee esterne la crescita delle attività in nord America. Al contempo il gruppo sta ripensando e rinnovando la formula dei suoi punti vendita nelle autostrade europee».
Ma ora che Atlantia è il leader europeo, non aiuta Autogrill?
«Atlantia non può fare nulla per aiutare Autogrill. Ci sono dei processi antitrust molto chiari e noi come azionisti di entrambe le società siamo molti attenti a rispettare le regole».
Dopo il ritorno di Luciano Benetton a che punto è il rilancio di Benetton group?
«Credo che la famiglia abbia dato un segnale molto chiaro, impegnandosi in prima persona. Nel 2017 Benetton ha chiuso il peggior bilancio della sua storia, anche a causa di importanti accantonamenti, che l’hanno portata a una perdita di 180 milioni. È stata una scelta consapevole, responsabile e condivisa dalla famiglia, perché questa profonda pulizia di bilancio è la base da cui ripartire, in proposito anche le attività produttive di Olimpias saranno rifocalizzate. Al contempo, Benetton group è stata dotata di 100 milioni di nuove risorse per aiutarla a ricostruire l’identità che nel tempo aveva smarrito».
Edizione ha mezzo miliardo di liquidità. Cosa ne farete?
«La liquidità è a disposizione delle aziende per la crescita. Dopo tutto il lavoro che con Cerchiai abbiamo fatto nel 2017, non c’è fretta, ma non escludiamo neppure future operazioni».
C’è spazio per un’altra gamba industriale?
«In teoria sì, ci sono settori che ci interessano come la farmaceutica, la sanità, la chimica sostenibile. Il problema non sono le risorse, ma l’opportunità di trovare investimenti con determinate caratteristiche, ovvero aziende internazionali, con un buon management e interessanti prospettive di crescita».