Difendere le filiere dell’agroalimentare e fare squadra per preservare l’eccellenza italiana dall’omologazione di Bruxelles. Da Trieste il ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli lancia un appello all’unità, dal settore lattiero caseario fino a quello del caffè. L’esponente M5S assicura impegno sulla difesa del reddito dei produttori e sottolinea l’importanza della transizione ecologica in agricoltura, mentre invita triestini e napoletani a fare fronte comune per tenere alto il nome del caffè italiano, dopo le polemiche su quale espresso (italiano o partenopeo) debba candidarsi a patrimonio Unesco. Il ministro parla all’iniziativa “Latte nelle scuole”, promossa dal ministero in collaborazione con Unioncamere per sensibilizzare i ragazzi sull’importanza del consumo di latte.
Dopo l’invito a curare l’alimentazione (partendo dal racconto personale della dieta interamente mediterranea che gli ha permesso di perdere 25 chili ed eliminare i farmaci per l’ipertensione), Patuanelli si è soffermato sul quadro del settore: «Oggi il prezzo alla stalla del latte è più basso quasi sempre del costo di produzione. Proprio per questo c’è un progetto da 1,2 miliardi sui contratti di filiera nel fondo complementare del Pnrr. Dobbiamo garantire ai produttori un reddito minimo per sé e i propri dipendenti, ma le imprese devono firmare contratti dignitosi: l’agricoltura deve fare un percorso di sostenibilità ambientale, ma questa non esiste senza sostenibilità sociale».
Patuanelli chiede coesione: «La produzione italiana rischia», davanti a «paesi che hanno una produzione basata su quantità e prezzi accessibili. Il nostro valore distintivo va tutelato». E così arriva l’invito ai duellanti della polemica sulla tazzina di caffè Unesco. «Basta campanilismi», dice il ministro, secondo cui «è giunto il momento per il nostro paese di unirsi nei momenti in cui l’eccellenza italiana deve emergere nei contesti internazionali. È innegabile il ruolo di Napoli nella storia del caffè italiano ed è altrettanto evidente il ruolo avuto dalla nostra città. L’equilibrio fra le due esigenze va trovato affinché un percorso italiano diventi eccellenza mondiale riconosciuta».
Nel corso dell’evento moderato dal direttore del Piccolo Omar Monestier, è intervenuto anche l’assessore alle Risorse agroalimentari Stefano Zannier, per il quale «è fondamentale garantire fatturati che consentono alle aziende primarie di rimanere sul mercato. Dal 2009 ha chiuso il 44% dei produttori di latte: serve una corretta remunerazione. Dobbiamo lavorare per far capire ai consumatori quanto sia importante la provenienza e la qualità del prodotto».
Il presidente della Camera di commercio Antonio Paoletti si è soffermato sulla specificità della produzione italiana, che «necessita di crescenti tutele. L’Ue a volte non è amica delle nostre produzioni. C’è stato il tema delle quote latte e ci sono ora notizie che riguardano i nostri vini, che a detta di alcuni dovrebbero essere privi di alcol». —